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LA CONSULTA NAZIONALE ANTIUSURA IN AUDIZIONE AL SENATO: «LO STATO PUÒ FARE IL BISCAZZIERE?»

“Lo Stato, per evitare che la criminalità si appropri del meccanismo, può essere autorizzato a fare il biscazziere contraddicendo allo spirito delle leggi sull’usura e sul racket?” È la provocatoria domanda rivolta ai senatori da padre Massimo Rastrelli e mons. Alberto D’Urso, rispettivamente presidente e segretario nazionale della Consulta nazionale antiusura, ricevuti oggi alla Commissione Giustizia del Senato, in vista dell’esame del ddl 217 sull’usura e l’aggiornamento della legge 108/96.

I responsabili della Consulta, come spiegano al SIR, facevano riferimento al gioco d’azzardo, ai bingo e alle lotterie quotidiane, promosse dallo Stato e già definite “le tasse dei poveri”, in realtà “un grave problema che è sotto gli occhi di tutti – sottolineano – ma non del Governo e del Parlamento e toglie credibilità all’azione esemplare di chi cerca il bene comune e della persona”.

Padre Rastrelli e mons. D’Urso, a nome delle 27 Fondazione antiusura che rappresentano, si dicono anche contrari all’istituzione di nuovi casinò dopo le deroghe concesse, nel ‘28, ‘37 e ‘39, per quelli di Sanremo, Venezia, S.Vincent e Campione d’Italia: “Non crediamo siano ammissibili e neppure ipotizzabili ulteriori deroghe – affermano – perché è proprio intorno a questi ambienti che si è sviluppato maggiormente l’indebitamento”.

Nell’audizione alla Commissione Giustizia i responsabili della Consulta hanno considerato “ancora valido” l’impianto della legge 108/96, ma auspicano “l’accesso ai benefici del mutuo decennale a tasso zero anche alle famiglie e ai soggetti privati; un più approfondito controllo dei metodi e delle attività delle società finanziarie e degli intermediari creditizi”, ritenuti “spesso una vera e propria istigazione all’indebitamento di soggetti già pesantemente indebitati” con attività di recupero crediti “esercitata ai limiti della violenza psicologica e senza alcun riguardo della riservatezza della persona”. Chiedono inoltre “la revisione degli elenchi prefettizi delle associazioni e fondazioni e l’istituzione di albi di volontari” per il supporto alle vittime.

La Consulta suggerisce anche di prevedere sanzioni “nei confronti degli enti pubblici (Regioni, Province e Comuni) che non ottemperano all’erogazione di quanto dovuto nei termini previsti dai capitolati di appalto”. Riguardo alle attività di prevenzione la legge viene giudicata “ottima” ma si auspica per il futuro che “lo stanziamento a favore delle fondazioni vada a regime” e si preveda “un maggiore contributo delle associazioni, fondazioni e consorzi fidi alla gestione del Fondo di prevenzione”.Sir