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PENA DI MORTE; MARAZZITI (S.EGIDIO): E’ CONTRO LA COSCIENZA CIVILE DEL PIANETA

“La pena di morte è uno strumento barbaro del passato, che aggiunge una morte a una morte già avvenuta e che non restituisce mai la vita alle vittime. Congela nell’odio le famiglie delle vittime per anni e promette una guarigione impossibile. Non è un deterrente, non abbatte il numero dei delitti, ma abbassa lo Stato al livello di chi uccide, afferma una cultura di morte al livello più alto, proprio quello dello Stato e della comunità civile, mentre vorrebbe affermare una cultura di vita”. E’ quanto afferma il portavoce della Comunità di Sant’Egidio, Mario Marazziti, commentando l’iniziativa del Governo Italiano per arrivare al più presto a una risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali da presentare all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. “La coscienza civile del pianeta, al momento della Costituzione del Tribunale Penale Internazionale, 50 anni dopo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, anche per i reati di genocidio e contro l’umanità – aggiunge Marazziti – non prevede più la pena capitale, e per questo va incoraggiata con forza una moratoria universale delle esecuzioni capitali, primo passo verso l’abolizione. Nessuno Stato e nessuna società civile può togliere quello che non può restituire”. “Più di metà dei paesi del mondo – continua il portavoce di Sant’Egidio – è da tempo passato al fronte abolizionista, ma questi numeri non sono sufficienti”.

Occorre una iniziativa politica e democratica di consolidamento per garantire alla Risoluzione il suo successo. Una posizione unitaria forte dell’Unione Europea è indispensabile, mentre sappiamo di leadership europee in paesi vicini come la Polonia che rievocano in maniera pericolosa la pena di morte”. Secondo Marazziti il sostegno “convinto e compatto dell’intera Unione Europea si deve accompagnare a una iniziativa capace di associare importanti paesi del Sud e del resto del mondo come co-sponsor dell’iniziativa: dal Sudafrica al Brasile, dal Messico al Cile, dalle Filippine al Senegal, perché l’Assemblea generale possa percepirne l’universalità e non sia possibile utilizzare argomenti che puntano a dequalificare la Risoluzione come ingerenza dei ‘paesi ricchi’ nelle questioni interne di ‘paesi poveri’ o del Sud del mondo”.

La Comunità di Sant’Egidio da anni ha promosso una campagna mondiale per una moratoria universale, che ha raggiunto in questi giorni i primi 5 milioni di firme che provengono da un fronte morale internazionale che raccoglie esponenti di tutte le culture e religioni ed è con Penal Reform Internationale, Amnesty International e Ensemble contre la Peine de Morte cofondatrice della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte (WCADP), nata a Roma, a Sant’Egidio, nel 2002. Sir