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ROMANIA E BULGARIA NELL’UE: CARITAS ITALIANA, «UNA OCCASIONE DI CRESCITA»

“L’ingresso della Romania e della Bulgaria è un evento che, per i risvolti economici, sociali e culturali deve essere salutato positivamente, come occasione funzionale alla crescita di tutta l’Europa”. Lo afferma oggi la Caritas italiana, in una nota che ricorda l’ingresso nell’Unione europea, dal 1° gennaio, dei due nuovi Paesi, portando a 27 il numero degli Stati membri. I romeni in Italia sono 271.000 registrati a fine 2005 (ma si stimano oltre 400.000 presenze), più un numero di minori in aumento rispetto al 4% dell’ultimo censimento. Anche i bulgari, tra quelli registrati come soggiornanti (17.470), i minori e le persone candidate per le quote, sono decine di migliaia. “Questa presenza – sottolinea Caritas italiana – costituisce un ulteriore arricchimento della comune casa europea, ma anche un’opportunità per l’Italia che in questi anni ha potuto contare sul loro prezioso lavoro. Risulta positiva la possibilità di questi lavoratori di circolare liberamente e di continuare ad inserirsi nel mercato del lavoro come badanti, colf, operai edili, metalmeccanici e stagionali, senza essere più soggetti alla complicata procedura del decreto flussi e dello sportello unico”. La Caritas valuta positivamente anche la scelta del governo italiano di non assoggettare romeni e bulgari al regime transitorio per la libera circolazione dei lavoratori subordinati.

“Gli effetti positivi di questa scelta non tarderanno ad arrivare – osserva la Caritas italiana – e auspichiamo possano accompagnare il più ampio e atteso progetto di riforma del testo unico sull’immigrazione”. A chi teme un “pericolo invasione” la Caritas ricorda “che l’elevato fabbisogno annuale di nuovi lavoratori in Italia, consente di soddisfare le esigenze della Romania e degli altri paesi, senza alterare gli equilibri del mercato del lavoro nazionale”. Tra le questioni ancora aperte la Caritas cita però la necessità di “un maggiore impegno per quanto riguarda i controlli sui posti di lavoro, il coordinamento degli enti preposti a tale controllo e il più funzionale incontro sul territorio tra domanda e offerta”. Anche i nomadi, ricorda la Caritas, chiedono “un’attenta considerazione delle disposizioni a livello europeo”. Non ultima c’è la questione della tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale e lavorativo, che vede la Romania tra i principali paesi di partenza e di transito delle vittime. “Chiediamo – auspica la Caritas – che a questo fenomeno venga dedicata sempre maggiore attenzione e che vi sia uno sforzo congiunto dei Paesi interessati, al fine di contrastare le relative attività criminose e promuovere percorsi di legalità”.Sir