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Famiglia, un manifesto per l’Europa

Sono nove i punti in cui si articola il “manifesto” presentato nel corso del convegno, promosso il 15 maggio a Roma dal Forum delle associazioni familiari (cartello che riunisce 37 associazioni nazionali) e dalla diocesi, su “Lavoro e progetti di vita”. “Il futuro dell’Europa passa dalla famiglia” è il titolo del documento, sottoscritto anche dalla Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa (11 associazioni di altrettanti Paesi), e volto a tutelare l’istituto familiare nella “nuova” Europa allargata. Il “manifesto” è accompagnato da una dichiarazione di impegno che il Forum e la Federazione chiedono ai candidati nelle elezioni per il Parlamento europeo (Pe) di sottoscrivere, assicurando che i nominativi dei sottoscrittori verranno resi pubblici agli elettori. Sull’urgenza di interventi a favore della famiglia sul piano economico e ancor più su quello culturale, per incoraggiare la “vocazione essenziale della donna alla maternità”, si è soffermato il presidente della Cei, card. Camillo Ruini, intervenuto a conclusione dell’incontro, organizzato in occasione della Giornata internazionale per la famiglia indetta dalle Nazioni Unite. UN CAMBIAMENTO CULTURALE. “I figli sono un bene per l’intera società” ha affermato il cardinale, richiamando l’ormai celebre riferimento del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, al preoccupante fenomeno delle “culle vuote”; di qui l’importanza di “una ripartizione del carico fiscale che tenga conto del numero dei figli” ha aggiunto, alludendo al progetto di introdurre il “quoziente familiare” riproposto dal ministro del Welfare, Roberto Maroni, durante il proprio intervento al convegno. Per il card. Ruini, è “questa la direzione” in cui muoversi. “Se non c’è questo – ha rimarcato – è inevitabile che le famiglie siano scoraggiate a fare figli”. Il presidente Cei ha inoltre sottolineato la necessità di rendere accessibili alle giovani coppie l’acquisto di “un’abitazione adatta ad accogliere figli” e la fruizione di asili nido. Ma ciò che occorre, ha concluso, è innanzitutto “un profondo riorientamento culturale”; la riscoperta che i figli portano “gioia” e “sono moltiplicatori di energie”.

IL QUOZIENTE FAMILIARE. “È stata annunciata” e “ci si sta lavorando” anche se “mi pare difficile realizzare la riforma Irpef prima delle elezioni europee”: così il ministro del Welfare, Roberto Maroni, a proposito dell’introduzione del “quoziente familiare” che si ottiene dividendo la somma dei redditi della famiglia per il numero dei componenti, e in base al quale verrebbe calcolata l’aliquota Irpef da applicare alle entrate familiari. Una misura, insomma, volta ad abbassare le aliquote delle famiglie con figli e da limitarsi, ha chiarito Maroni, alla famiglia riconosciuta dalla nostra Costituzione. Per il segretario generale Cisl Savino Pezzotta, occorre guardare alla famiglia, spesso “dimenticata” nelle contrattazioni, come al “parametro attraverso il quale leggere tutte le politiche”. Olimpia Tarzia, presidente dell’Osservatorio permanente sulle famiglie della Regione Lazio, ha sottolineato che “il problema più grave” legato al “tasso di natalità italiano, il più basso del mondo”, non è il pagamento delle pensioni, quanto “quello di progettare il futuro, perché ‘senza figli non c’è futuro””. Per Tarzia “va fatto uno scatto culturale e politico, così che la famiglia, da problema, sia concepita come una risorsa che può aiutare le istituzioni”.

IL MANIFESTO. “Non è pensabile una solida e durevole costruzione civile se la famiglia resta un soggetto fragile e residuale” si legge nel documento presentato al convegno, che al primo punto invita le istituzioni “a sostenere le giovani coppie” e a “investire concretamente nel ‘bene’ famiglia”. Occorre inoltre “porre un freno a un approccio scientista e utilitaristico della vita umana” si legge ancora nel testo con riferimento alle frequenti “scorribande in fatto di bioetica”. Terzo punto, la “tutela giuridica dei minori” e il loro “diritto alla famiglia” attraverso la promozione di “una politica europea delle adozioni internazionali” e il “sostegno alla cooperazione allo sviluppo”. Appaiono poi essenziali alla valorizzazione del “proprio capitale umano”, le “riforme delle pensioni, una sanità sotto stretto controllo, politiche di sviluppo per tutti”. Quanto al rapporto con i massmedia, il documento afferma l’urgenza di “disposizioni di legge e indicazioni a livello europeo che rendano possibile la produzione e la d iffusione di programmi formativi e privi di messaggi negativi destinati ai minori”. Combattere la disoccupazione, “incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro” e di “nuovi modelli produttivi” per conciliare lavoro e famiglia, è il sesto punto del manifesto che, con riferimento al fisco, afferma: “La capacità contributiva del cittadino deve essere commisurata al numero dei familiari a carico”. Occorre “riconoscere all’associazionismo familiare la soggettività di interlocutore politico” e “il valore delle funzioni sociali che esso svolge”. Necessario, infine, “tutelare con forza i fondamentali diritti degli immigrati”, soprattutto quello “alla riunificazione familiare”.a cura di Giovanna Pasqualin Traversa