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SCRITTE BLASFEME SU CHIESE GROSSETANO, FERMATI 5 GIOVANI

Un raid sacrilego dovuto più alla noia, all’alcol, all’autoesaltazione che non ad una attrazione vera per i temi del satanismo. Ci sarebbe questo dietro all’imbrattamento, con bestemmie e simboli del satanismo, delle facciate di sei chiese (cinque cattoliche, una protestante) e il danneggiamento di un crocefisso a cui furono staccate le braccia, avvenuti nella notte fra sabato e domenica scorsi a Grosseto e per i quali la polizia ha individuato e denunciato cinque giovani.

Fra loro anche un diciassettenne, gli altri sono di poco più grandi: il più piccolo ha 19 anni, 22 anni il più grande. Proprio quest’ultimo sarebbe stato a capo del gruppetto, al suo interno legato anche da una passione per l’heavy metal. Di mestiere da un mese fa l’idraulico, oltre ad essere un diplomato in grafica. Nella sua abitazione sono state ritrovate i bracci del crocefisso, avvolte in pagine di giornali – è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa tenuta dal questore di Grosseto Fabrizio Gallotti – in cui si parlava del raid alle chiese. Erano nella sua camera, tappezzata di poster con frasi e simbologia satanista, comprese croci rovesciate e il numero 666, realizzati dallo stesso grafico. Trovato anche un quaderno con riferimenti analoghi. Ma, ha spiegato lo stesso questore, il gruppo non avrebbe avuto nulla a che fare con una setta satanica. Quanto accaduto sarebbe da ricondurre più alla noia, ad un certo degrado culturale, e anche all’alcol.

Ai cinque, che, a parte l’idraulico, sono studenti o non hanno un’occupazione, la polizia di Grosseto è risalita nel giro di una settimana dopo una serie di accertamenti e grazie anche alla riprese di telecamere installate in strada. Il ritrovamento a casa del ventiduenne dei bracci del crocefisso, un Cristo in legno situato davanti alla chiesa dell’Addolorata, uno degli edifici colpiti nel corso del raid, a cui il giovane aveva staccato gli arti con le mani, ha fornito la conferma della bontà delle indagini. I cinque, secondo quanto emerso, hanno ammesso le loro responsabilità, addossandosi anche quella di un altro episodio analogo, avvenuto il 3 giugno scorso sempre a Grosseto, quando fu imbrattato il portone della chiesa di Santa Lucia.

Per tutti è scattata la denuncia per offesa alla religione mediante vilipendio, deturpamento e imbrattamento delle facciate delle chiese e danneggiamento del crocefisso. ‘Non dobbiamo abbassare la guardia su questo fenomeno – ha detto il questore Gallotti -. Credo che sia un impegno di tutti, delle famiglie, delle scuole, delle chiese e delle istituzioni, per contrastare questi episodi’.

Il raid aveva suscitato allarme a Grosseto. Solidarietà al vescovo e al ministro della chiesa apostolica di Grosseto era stata espressa dal ministro dell’Interno, Giuliano Amato, e anche dall’ex ministro all’Ambiente Altero Matteoli. Ieri sera, nella chiesa dell’Addolorata, cattolici, evangelisti e apostolici si erano anche riuniti in una veglia di preghiere di riparazione per quanto accaduto.