Italia

IMMIGRAZIONE RICERCA CARITAS: 100 MILA I POLACCHI IN ITALIA, LAVORATORI STAGIONALI E COLLABORATORI DOMESTICI

Centomila migranti che hanno più di una caratteristica in comune con il popolo italiano. Sono i polacchi soggiornanti nel nostro Paese, a cui la Caritas italiana ha dedicato la ricerca “Polonia. Nuovo paese di frontiera. Da migranti a comunitari”, presentata oggi a Roma. “La Polonia è stata ed è tuttora un grande serbatoio di manodopera per l’Europa occidentale e per il Nord America”, ha spiegato Antonio Ricci, uno dei curatori del volume, frutto di due anni di lavoro di un equipe di 40 esperti, metà italiani e metà polacchi, per iniziativa della redazione del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes.

Su 23,5 milioni di immigrati nell’Unione europea, i polacchi sono 559.000, di cui oltre la metà (317.000) risiedono in Germania e 66.000 in Italia. A questi vanno aggiunti i minori e i lavoratori stagionali, arrivando così a 100.000 presenze. Essi “rappresentano in Italia una comunità di eccellenza per quanto riguarda l’istruzione – ha precisato Ricci –: nei due terzi dei casi si tratta di persone con un diploma di scuola superiore (50,7%) o con una laurea (14%), mentre solo un terzo degli italiani è in possesso di un titolo di studio simile”. Vengono in Italia per lavorare (69,4% del totale), ma la loro collocazione è nella stragrande maggioranza come lavoratori stagionali o nell’ambito dell’assistenza e della collaborazione domestica. “L’inserimento lavorativo – ha sottolineato mons. Vittorio Nozza, presidente della Caritas italiana – è uno dei contesti dove c’è ancora molto da fare”.

Pregiudizi e paure continuano a farla da padrone nel fenomeno dell’immigrazione: la possibilità di una libera circolazione, ad esempio, ha causato in Europa “una sorta di shock da invasione, sostanzialmente non giustificato”, come dimostra il caso italiano, che ha visto nel 2005 la quota di nuovi lavoratori riservata ai neocomunitari (79.500) superiore agli ingressi effettivi. Mons. Nozza ha messo in rilievo queste paure, condannando “ogni strategia basata sull’usa e getta, che prende gli immigrati quando servono e poi li rimanda a casa, vedendoli solo come erogatori di attività lavorative e ignorando le loro necessità come persone”.

L’immigrazione è, invece, “una sfida e una promessa”, con cui dobbiamo confrontarci. In particolare, con la Polonia l’Italia ha delle “finalità elettive” sia come Chiesa, sia come società. “Anche se la Chiesa italiana ha dimostrato grande apertura a tutti i gruppi religiosi – ha concluso il presidente della Caritas – possiamo aggiungere che la grande presenza di polacchi, come pure gli insegnamenti di Giovanni Paolo II, sono fonte di gioia e arricchimento”.

Sul dato sociale si è invece soffermato l’ambasciatore Adriano Benedetti, che ha osservato come “in Italia e in Polonia i flussi migratori abbiano contrassegnato il pulsare della vita economica e sociale”.Benedetti ha messo in luce anche “il fattore religioso, collante non solo dell’identità nazionale, ma del senso della comunità”, come ulteriore elemento comune tra polacchi e italiani. Proprio la fede richiede un’attenzione particolare verso questi immigrati, secondo don Adam Dalach, incaricato della pastorale polacca in Italia. “Dobbiamo essere molto attenti alle ‘invasioni’ delle sette, e in particolare dei Testimoni di Geova – ha ammonito il sacerdote polacco –, che arrivano a distribuire i loro volantini, con i servizi che offrono, fin fuori dalla porta delle Chiese”.

Il sacerdote ha rimarcato l’importanza dei centri pastorali per le comunità polacche in Italia, anche se “oggi sono soltanto 4 i sacerdoti addetti a tempo pieno”. “Il ruolo del cappellano – ha concluso – è importantissimo, non solo per la liturgia, ma anche per tante esigenze quotidiane dei fedeli”.

Dal punto di vista sociale, invece, Anna Adamczyk della Casa dei diritti sociali ha messo in luce tre macro aree d’intervento a sostegno di questi immigrati: “il supporto all’inserimento sociale”, “l’inserimento lavorativo” sia per la ricerca di lavoro sia per la cura degli aspetti contrattuali e di eventuali problematiche, e “tutta la questione della casa”, dalla ricerca di un appartamento in affitto all’accesso al credito, fino alle pratiche per l’acquisto di un’abitazione. Sir