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MINORI STRANIERI, CARITAS/UNICEF: QUASI 500.000 BAMBINI CHE VOGLIONO USCIRE DALL’INVISIBILITÀ

Nonostante la condizione di “invisibilità” sono oltre 491.000 i minori stranieri in Italia (il 17,6% della popolazione straniera, dato 2005), tra cui 29.000 nuovi ingressi per ricongiungimenti familiari e 48.000 nuovi nati. Una presenza che diventa “visibile” nella scuola (si prevedono 500.000 iscritti al prossimo anno scolastico, tra cui ben 100.000 alle scuole superiori), nei servizi sanitari e sociali. Ne parla il Rapporto congiunto Caritas italiana/Unicef “Uscire dall’invisibilità. La condizione di bambini e adolescenti di origine straniera”, presentato oggi a Roma. La presenza maggiore è al Nord, con punte del 22% in Veneto. I minori vengono in Italia soprattutto per ricongiungimento familiare (i non accompagnati sono invece 5.573), creando “quattro nuove tipologie di famiglie – spiega Mara Tognetti Bordogna, docente di politiche sociali e immigratorie all’Università di Milano-Bicocca –: famiglie ‘transnazionali’, che mantengono le relazioni affettive a distanza grazie a internet, telefonini e viaggi low cost; famiglie ‘ricongiunte’, con vari problemi tra cui l’inserimento dei ragazzi che non sanno la lingua; famiglie ‘ricomposte’ quando la persona immigrata si risposa in Italia e fa arrivare i figli creando un nuovo nucleo familiare; famiglie “miste”, oltre 200.000 matrimoni misti con coniuge italiano e, all’interno, le famiglie miste/miste con partners di due Paesi diversi”.

È la scuola a rendere più visibile la presenza dei minori stranieri. 430.000 nell’anno scolastico appena concluso, “saranno 500.000 il prossimo anno, con un aumento medio annuo di 60-70.000 presenze”, ha spiegato Vinicio Ongini, del Ministero dell’istruzione”. Saranno oltre 100.000 i ragazzi nelle scuole superiori, “la prima volta che questa cifra supera quella delle scuole d’infanzia”.

Ongini ha sottolineato la “velocità” del cambiamento avvenuto in Italia (da 50.000 studenti a 500.000 in dieci anni), la “molteplicità” delle nazionalità (più multiculturalità rispetto ad altri Paesi), il “policentrismo”, ossia gli stranieri sono sparsi ovunque, il “nomadismo”, ossia i frequenti spostamenti all’interno del Paese. Non molto positivi sono però gli esiti, con poco scarto di bocciature rispetto agli italiani nelle scuole primarie (99% i promossi italiani, 96% gli stranieri), che però aumenta nelle scuole medie e nelle superiori (85% promossi italiani, 72% stranieri).

Tra i problemi maggiori, “spesso insormontabili”, c’è l’accudimento dei figli, soprattutto nella fascia d’età 0-3 anni, gli asili nido sono pochi o lontani, non c’è una rete familiare di sostegno. I cinesi, hanno inventato una nuova consuetudine, quella della “tata napoletana”: nella zona vesuviana, ha riferito Ongini, sono stati segnalati casi di bambini cinesi affidati a baby sitter napoletane. Sir