Italia

IMMIGRAZIONE: DOSSIER CARITAS-MIGRANTES, 3 MILIONI E BABY-BOOM

Tra gli stranieri in Italia è boom di nuovi nati (55-60.000 nascite sono stimate per il 2006) ma sono “incomprensibilmente” esclusi dal “bonus bebè”. Il ritmo d’aumento annuale, su 3 milioni di presenze attuali, è di circa 325.000 unità l’anno, tanto che l’Italia, tra 10 anni, con 6 milioni d’immigrati, diventerà il secondo Paese di immigrazione in Europa dopo la Germania. Eppure il meccanismo d’ingresso a chiamata nominativa dall’estero è “velleitario, inconcludente ed esso stesso causa dell’espansione dell’irregolarità”. Per questo Caritas e Migrantes chiedono con urgenza “la reintroduzione della possibilità di venire in Italia per la ricerca del posto di lavoro, al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta”, come pure “il superamento dell’antiquata legge sulla cittadinanza e l’attribuzione del diritto di voto amministrativo”. Sono alcuni dei dati e delle richieste contenute nelle anticipazioni del Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes 2006, presentato oggi a Roma. Citando le proiezioni di Eurostat sulla popolazione europea nel 2050 mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, ha ricordato che l’Europa a 25 “non starà così male ma neppure bene”, con il 30% di anziani, il 13% di minori fino a 14 anni e il 57% di popolazione in età lavorativa. Dagli attuali 456.815.000 di abitanti, ha ricordato mons. Nozza, nel 2050 si avrà una diminuzione di 7 milioni di unità “che sarebbe di 58 milioni se non entrassero nuovi immigrati”.

In Italia i flussi del 2005 hanno riguardato, per il 44,5%, cittadini europei (la Romania è il primo Paese con 42.322 visti) e per un altro quinto cittadini americani, “a temperare le paure di invasione da parte di gruppi non omogenei alla nostra civiltà”, commentano i curatori del Dossier. L’Asia (47.000) e l’America (41.000) sono i continenti con più nuovi ingressi dopo l’Europa, mentre l’Africa con 36.000 visti nel 2005 è diventata minore protagonista dei flussi rispetto agli anni ’80. Dopo la Romania c’è l’Albania (25.530 visti), gli Stati Uniti (20.231), il Marocco (17.343) e la Cina (13.621). Caritas e Migrantes lamentano “una indubbia frattura tra il mercato formale e quello reale espresso dalle aziende e dalle famiglie” e giudicano il decreto flussi “un decreto che costringe al riflusso”, visto che “le domande presentate riguardano per la maggior parte persone già presenti in Italia e pronte, una volta accettata la loro domanda, a ritornare nel loro Paese per ottenere il visto”. Il giudizio di Caritas e Migrantes sulla campagna elettorale e sulle politiche non è soddisfacente. “Chiamare gli italiani a salvaguardare il loro lavoro e il loro benessere in contrapposizione a quello degli immigrati o a scegliere tra la sicurezza e la delinquenza – precisano – significa non rendersi conto che i destini di tutti sono inestricabilmente congiunti”.

Oltre alla reintroduzione della possibilità di venire in Italia per la ricerca del lavoro, i due organismi invocano “una nuova mentalità non discriminatoria e il coraggio di procedere alle riforme necessarie”, tra cui “il superamento dell’antiquata legge sulla cittadinanza e l’attribuzione del diritto di voto amministrativo”.Sir