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CARTA IDENTITA’ ELETTRONICA: COSTERA’ 30,50 EURO; L’ANCI PROTESTA

Il cittadino che si presenterà allo sportello del Comune per chiedere la Carta d’identità elettronica dovrà mettere in conto una spesa non proprio irrilevante: 30,50 euro, ai quali aggiungere 0,50 euro di commissione per il bollettino postale da utilizzare per il versamento. In tutto 31 euro tondi per avere fra le mani la carta simile a un bancomat con una serie di dati anagrafici. Costi e obiettivi sono stati fissati da un decreto, in via di pubblicazione, messo a punto d’intesa fra i ministeri dell’Interno e dell’Economia. Ma l’Anci, associazione nazionale dei Comuni, ha già espresso la “forte contrarietà” dell’associazione rispetto ai contenuti del decreto emanato lo scorso 9 Maggio. L’Anci ha messo le mani avanti e in una nota ha espresso il proprio totale dissenso rispetto al costo della Cie (Carta d’identità elettronica), entrate che dovrebbero essere destinate alla copertura dei costi per l’infrastruttura hardware e software necessaria alla produzione ed al rilascio della Cie. Neppure convince l’Anci la decisione contenuta nel decreto di conferire alla società Poste Italiane S.p.a. la gestione della riscossione garantendo un compenso di 0,50 euro per il pagamento del bollettino postale.

In particolare, l’Anci ha criticato il modello organizzativo di riscossione e rilascio prefigurato dal provvedimento, articolato in due momenti distinti, perché “comporterà, oltre all’aggravio dei costi per i cittadini, una sicura duplicazione delle trafile burocratiche”. I Comuni temono poi che il loro ruolo venga totalmente svilito poiché nel decreto “non si fa alcuna menzione ai servizi innovativi di e-Government per i quali i Comuni che fino ad oggi hanno portato avanti la fase di sperimentazione hanno investito in termini organizzativi e di risorse e che dovevano rappresentare il valore aggiunto del documento elettronico”. “In totale assenza di concertazione con i Comuni e con Anci – prosegue la nota dell’associazione – il decreto stravolge, dopo anni di sperimentazione e dopo ingenti risorse pubbliche investite, le attese e l’impegno di tanti Comuni”.

“La disposizione in questione sottolinea Feliciano Polli, vicesindaco di Terni nonché responsabile Anci per l’Innovazione tecnologica – propone una soluzione totalmente sbagliata, sia perché non tiene conto di quanto fino ad oggi è stato realizzato e dichiarato, sia perché non si preoccupa minimamente di indirizzare la messa a regime della CIE su un percorso organizzativo e tecnologico che acquisisca il pieno accordo di tutti gli attori istituzionali chiamati in causa, primariamente i Comuni. Tutto ciò, nonostante le cospicue risorse nazionali e locali già investite”.

“I Comuni conclude il vicesindaco Polli – non possono che essere quindi assolutamente contrari a questa disposizione. Auspicano che il nuovo governo intervenga accogliendo le perplessità e contrarietà dell’Anci, per apportare delle correzioni migliorative e non per affossare il progetto. Ribadiscono la necessità, più volte espressa, che il progetto CIE abbia una forte accelerazione progettuale, finanziaria, formativa, comunicativa e organizzativa per porre i Comuni nelle condizioni di poter svolgere al meglio la propria funzione e per sviluppare i servizi da mettere a disposizione dei cittadini”. (ANSA).