Italia

CEI, PROLUSIONE CARD. RUINI: NON SCHIERATI IN POLITICA, MA MA DECISI A DIFENDERE VITA E FAMIGLIA

“Il nostro atteggiamento” è “quello di non coinvolgerci, come Chiesa e quindi come clero e come organismi ecclesiali, in alcuna scelta di schieramento politico o di partito, e allo stesso tempo di riproporre agli elettori e ai futuri eletti quei contenuti irrinunciabili, fondati sul primato e sulla centralità della persona umana, da articolare nel concreto dei rapporti sociali, e sul perseguimento del bene comune prima di pur legittimi interessi particolari, che costituiscono parte essenziale della dottrina sociale della Chiesa”. Questa è la posizione della Chiesa italiana in vista dell’ormai imminente appuntamento elettorale. Lo ha ribadito e precisato il card. Camillo Ruini che aprendo questo pomeriggio a Roma il Consiglio permanente della Cei (testo integrale) ha parlato anche dei “toni accesi” e dei “molteplici terreni di polemica” che stanno caratterizzando in questo periodo il confronto politico. Il cardinale ha quindi chiesto una “speciale attenzione” per “alcune fondamentali tematiche antropologiche ed etiche, come quelle del rispetto della vita umana dal concepimento al suo termine naturale e del sostegno concreto alla famiglia legittima fondata sul matrimonio”. A questo riguardo, il presidente della Cei ha espresso preoccupazione per i segnali che giungono da “vari Consigli regionali, dove sono state presentate, e in qualche caso approvate, proposte riguardanti le unioni di fatto che equiparano in larga misura i loro diritti a quelli delle famiglie legittime: alcune di queste proposte puntano inoltre ad essere trasferite al Parlamento nazionale, per diventare legge dell’intero Paese”. Il card. Ruini ha fatto riferimento anche alle “difficili” condizioni della nostra economia”. “Serve – ha detto – un impegno forte e condiviso, senza il quale sarebbe arduo attenuare gli squilibri che affliggono da gran tempo il nostro Paese”. Nella prolusione si parla anche del “grandissimo numero di lavoratori extracomunitari che hanno fatto richiesta di regolarizzazione”. Le lunghe file alle poste italiane – ha detto il cardinale – confermano “quanto sia complesso e difficoltoso un approccio al problema dell’immigrazione che rispetti le esigenze di accoglienza solidale e di reale e ordinata integrazione, oltre a riproporre alcuni interrogativi sulle condizioni effettive del cosiddetto mercato del lavoro”.

“Le notizie che giungono dalle aree più a rischio mostrano quanto sia necessario e urgente l’impegno per la pace”, ha detto ancora il card. Camillo Ruini che nella sua prolusione al Consiglio permanente della Cei ha affrontato anche i nodi e le difficoltà che “si sono addensati negli ultimi anni sulla scena internazionale”. Il primo riferimento è alla situazione in Iraq dove “ancora molto si fatica per trovare una forma di equilibrio, coesistenza e collaborazione tra le diverse componenti della popolazione”.

Desta preoccupazione anche “l’esito delle elezioni del 25 gennaio per il Parlamento palestinese” che ha suscitato “ulteriori incognite sul percorso” che deve condurre “alla coesistenza pacifica tra lo Stato d’Israele e il Popolo palestinese”. Ruini ha parlato anche dei programmi nucleari dell’Iran e passando per la Nigeria e le Filippine ha ricordato la “difficile situazione dei cristiani in vari Paesi a dominanza musulmana, o anche retti da sistemi politici avversi alla religione: sono gravi e urgenti dunque – ha detto Ruini – i motivi per cercare di costruire, o ripristinare, forme di convivenza civile e di collaborazione, nel rispetto reciproco e nel riconoscimento sincero della libertà di religione. Le stesse nazioni occidentali sono chiamate a prestare più grande e concreta attenzione a queste problematiche, nelle quali sono in gioco fondamentali diritti umani”.

Affrontando poi il “vivace dibattito” che si è sviluppato nelle ultime settimane su “un eventuale insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche”, il presidente della Cei ha commentato: “Vale per tutti il diritto alla libertà religiosa” e quindi “in linea di principio non appare impossibile l’insegnamento della religione islamica”. A patto però che vengano rispettate “alcune fondamentali condizioni, che valgono nei confronti di ogni insegnamento nelle scuole pubbliche italiane”.

“Sembra utile – ha detto Ruini – aggiungere qualche precisazione”. Ciò che preme è che l’insegnamento di qualsiasi materia non sia in “contrasto nei contenuti rispetto alla nostra Costituzione, ad esempio riguardo ai diritti civili, a cominciare dalla libertà religiosa, alla parità tra uomo e donna e al matrimonio”. Riguardo poi al mondo musulmano – ha proseguito Ruini – “manca finora un soggetto rappresentativo dell’Islam che sia abilitato a stabilire con lo Stato italiano un accordo in merito; bisognerebbe inoltre assicurarsi che l’insegnamento della religione islamica non dia luogo di fatto a un indottrinamento socialmente pericoloso”.

Il cardinale ha quindi ribadito il suo “no” alla proposta di un “insegnamento di storia delle religioni” avanzata sulla base “di un presunto, ma inesistente, declino della vitalità del cattolicesimo in Italia”. Queste proposte – ha concluso il presidente della Cei – “non tengono conto del dato di fatto che il 91% degli alunni frequenta liberamente le lezioni di religione cattolica, oltre che della domanda di conservare e irrobustire le nostre radici, che è presente con forza nel popolo italiano”. Sir

Prolusione del card. Ruini al Consiglio permanente Cei (20 marzo 2006)