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AMMINISTRATIVE: IN 19 MILIONI ALLE URNE IL 28 MAGGIO; IN TOSCANA SI VOTA A GROSSETO, AREZZO E SIENA

Il dado è tratto: le elezioni amministrative si svolgeranno il 28 e il 29 maggio. Gli eventuali ballottaggi l’11-12 giugno. Lo ha deciso oggi il Consiglio dei ministri, ponendo fine ad una lunga ed impegnativa trattativa, e tenendo conto anche delle valutazioni fatte dai partiti dell’opposizione e delle preoccupazioni di tutte e due le coalizioni di “non sovrapporre” le diverse scadenze elettorali. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, al quale è toccato il compito di rendere note le decisioni del governo, in una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi al termine della riunione.

Il 28 maggio si voterà per l’intera giornata mentre (ore 7-22) il 29 fino dalle ore 8 alle 15. Gli elettori che si recheranno alle urne saranno circa 19 milioni e dovranno votare in 1307 comuni. Di questi 28 sono i capoluoghi (compreso Cosenza, aggiuntosi dopo le dimissioni del sindaco Eva Catizone): si vota in grandi città come Roma, Milano, Torino, Napoli, ma anche a Novara, Lecco, Varese, Belluno, Rovigo, Pordenone, Trieste, Savona, Ravenna, Rimini, Arezzo, Grosseto, Siena, Ancona, Fermo, Benevento, Caserta, Salerno, Berletta, Catanzaro, Crotone, Cagliari e Carbonia.

Si voterà anche in 11 Province: Mantova, Pavia, Treviso, Gorizia, Trieste, Udine, Imperia, Ravenna, Lucca, Campobasso e Reggio Calabria. Alle urne anche in una regione, la Sicilia, mentre per le amministrative in Friuli Venezia Giulia i cittadini saranno chiamati a votare negli stessi giorni, il 9 e il 10 aprile, dell’appuntamento per le politiche. I ballottaggi in questa regione sono stati fissati per il 23 e il 24 aprile.

“Abbiamo preso in esame tutte le ipotesi possibili – ha spiegato il ministro Pisanu nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi – e la data del 28 maggio è risultata inevitabile anche se presenta un leggero inconveniente perché l’11 giugno coincide con la chiusura delle scuole e con l’inizio delle ferie per molte famiglie. Il 28 maggio è la data che reca meno inconvenienti e trova minor dissenso”. Il ministro ha poi ribadito che per il governo era importante “distinguere il più possibile le due campagne elettorali ed evitare l’ingorgo degli uffici”. Ciò nonostante è stata presa in esame ogni data a partire dal 30 aprile che è stata scartata perché cadeva nel ponte del primo maggio: “non potevamo accettare – ha detto Pisanu – un simile inconveniente”.

Anche la data del 7 maggio è stata scartata perché la data della presentazione delle liste sarebbe coincisa con il voto delle politiche. Il 14 maggio perché avrebbe comportato la presentazione delle candidature nel venerdì e nel sabato prima di Pasqua e l’esame delle candidature e l’indicazione del termine per eventuali correzioni con Pasqua e Pasquetta. Ancora il 21 maggio presentava un inconveniente “pesante”: i ballottaggi sarebbero coincisi con il 4 giugno e cioé con il ponte per la Festa della Repubblica. (ANSA).