Italia

AIUTO ALLO SVILUPPO: ONG ITALIANE, «L’ITALIA È IL PAESE MENO SOLIDALE. LA COOPERAZIONE RISCHIA DI SPARIRE»

La cooperazione allo sviluppo, e con essa migliaia di operatori che vi lavorano, “rischia di sparire” e l’Italia si sta dimostrando “il paese meno solidale tra quelli più industrializzati”. Le “mancate promesse” significano migliaia di decessi al giorno per malnutrizione grave, guerre annunciate, prevedibili disastri naturali, incontrollata diffusione del virus Hiv e dell’Aids ma anche malattie di facile controllo”: è l’allarme lanciato dalle 170 ong italiane riunite nell’Associazione omonima, in vista di un seminario che si svolgerà a Milano il 29 novembre su “La cooperazione allo sviluppo tra finanziamenti pubblici e privati” (ore 9.30, palazzo Regione Lombardia, piazza Duca d’Aosta, 3).

Il problema di fondo riguarda l’apporto dei fondi pubblici per l’aiuto allo sviluppo, uno stentato 0,13% del pil “nonostante il nostro paese si sia impegnato più volte per lo 0,70%”, ricorda l’Associazione delle ong italiane. Fondi pubblici che, uniti a quelli raccolti dai privati, permettono di portare avanti progetti nei paesi del sud del mondo, negli ambiti più diversi: sanità pubblica, ospedali, scuole, formazione professionale, tutela dei diritti umani, microfinanza, agricoltura e accesso all’acqua, educazione allo sviluppo. Oggi si assiste, secondo le ong italiane, “al tragico paradosso per cui da un lato peggiorano, di anno in anno, le catastrofiche cifre del sottosviluppo – nonostante gli appelli per la lotta alla povertà – mentre dall’altro gli impegni della coooperazione internazionale si moltiplicano sull’onda di ipotetiche iniziative e promesse che difficilmente si avvereranno”. Per non limitarsi alla denuncia le ong italiane stanno cercando di orientarsi su modelli diversi, come la “cooperazione decentrata” portata avanti dagli enti locali e dai territori, ma anche i fondi europei e i fondi privati.Sir