Italia

INFANZIA E ADOLESCENZA: RELAZIONE BIENNALE, «COMPORTAMENTI A RISCHIO? È IL MODELLO PROPOSTO DALLA SOCIETÀ»

Mentre l’Italia invecchia inesorabilmente, c’è una lieve ripresa della natalità, aumenta il numero delle famiglie ma raddoppia il numero dei figli “affidati” in seguito a divorzi e separazioni, i minori sono vittime delle violenze in famiglia mentre gli adolescenti assumono spesso “comportamenti a rischio”, perché il modello in “positivo” è paradossalmente proposto proprio dalla società in cui vivono: è la fotografia sintetica che emerge dalla Relazione biennale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, presentata oggi a Roma alla stampa, in vista della Giornata internazionale per i diritti del fanciullo e del convegno del 21 e 22 novembre a Firenze (organizzato dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali).

Dalla relazione emerge che i cittadini minorenni in Italia sono 9.842.726 (nel 2003) – il 17,2% della popolazione totale – con una prevalenza dei maschi (5.054.170) sulle femmine (4.788.556) e una diminuzione rispetto agli anni precedenti. Nel 1991 i bambini e gli adolescenti in Italia erano infatti 11.518.344, quindi in poco più di dieci anni si è registrata una contrazione di 1.675.618 unità. Il tasso di natalità sembra mostrare segni di ripresa passando da 1,2 nati per ogni donna in età feconda della fine del decennio scorso agli 1,3 nati per ogni donna in età feconda del 2003 con una crescita minima, costante negli ultimi anni. La denatalità sta toccando però anche le regioni meridionali che, tuttavia, hanno tassi di natalità maggiori rispetto alle regioni del Centro-Nord. Queste ultime mostrano comunque segni di una ripresa della natalità. L’indice di vecchiaia (persone di 65 anni e più ogni 100 persone di 0-14 anni) della popolazione italiana passa da 96,6 nel 1991 a 133,8 nell’anno 2003. Mentre il tasso di mortalità infantile (morti nel primo anno di vita ogni mille nati vivi) è stato praticamente dimezzato: i morti di meno di un anno erano 4571 nel 1990 e 2429 nel 2000. Aumenta il numero delle famiglie ma nel contempo, a seguito della crescita di separazioni e divorzi, il numero dei figli affidati – ogni anno – passa dai circa 47 mila del 1994 ai circa 79 mila del 2002, con un sostanziale raddoppio. Riguardo agli ambiti problematici come le violenze e i maltrattamenti sui minori il tema degli omicidi in famiglia rivela che circa il 16% delle vittime (anno 2003) risultavano essere figli. A proposito dei comportamenti a rischio diffusi tra gli adolescenti, i curatori della relazione sottolineano “la difficoltà di costruire riflessioni e azioni preventive adeguate in ordine ai comportamenti a rischio degli adolescenti, quando il sistema culturale di riferimento in cui vivono propone loro un modello di vita basato proprio sul rischio, vissuto come componente positiva della vita”. La criminalità minorile in Italia risulta invece essere inferiore a quella degli altri Paesi europei, ma sul tema del lavoro minorile emergono “nuovi” lavori: i minori nello sport e nello spettacolo. Nascono anche nuove dipendenze, oltre a quelle da alcol e droghe: il gioco d’azzardo, le internet-dipendenze e i disturbi alimentari. Sir