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INCONTRO NAZIONALE ACLI: MONS. BETORI, SUL FRONTE DELLA VITA SI MISURA LA COMPATEZZA DEL MONDO CATTOLICO

Dopo l’esperienza vissuta quest’anno con i referendum sulla procreazione assistita, la promozione della vita è oggi per i cattolici italiani la “nuova frontiera della questione sociale”. “Su questo fronte si misura non solo la ritrovata compattezza del mondo cattolico, ma anche il suo coraggioso spendersi su frontiere di rilevanza pubblica che vanno ben oltre le chiuse sagrestie in cui molti vorrebbero confinarlo e le nascoste coscienze in cui alcuni vorrebbero che si consumasse”. L’indicazione viene da mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana intervenendo questa mattina ad Orvieto all’incontro nazionale di studi delle Acli su “Bios e polis. La vita nuova frontiera della questione sociale”. “Sul tema della vita – ha spiegato Betori – si gioca oggi la capacità del cattolicesimo occidentale sia di uscire fuori da un’autoreferenzialità ecclesiale che perde le strade della missione, sia di liberarsi da forme di appartenenze aggregative troppo preoccupate di sé, per darsi invece una maturità culturale significativa per tutti”. Insomma, se nel passato “la questione sociale nella sua configurazione tradizionale, ha visto i cattolici affiancarsi ad alti uomini e donne, di diverse ispirazioni religiose e culturali, in difesa di beni primari per l’uomo come il pane, la casa, il lavoro, la pace. Altrettanto deve avvenire oggi per la questione della vita”.

Betori ha quindi indicato l’agenda dell’impegno dei cattolici nella vita pubblica del Paese. “Vita, pane, pace, libertà formano il nuovo alfabeto sociale. Giova ricordare, però, che pace, libertà e pane sono gli stessi nomi della vita e sono da essa inseparabili: a chi offrire il pane, se la vita è negata prima ancora del suo esistere o manipolata nella sua identità personale?”. Da qui, un appello ai politici. “Ai responsabili della cosa pubblica – ha detto il segretario generale della Cei – occorre chiedere che le persone vengano prima delle strutture, che la famiglia fondata sul matrimonio sia riconosciuta come valore sociale, che la vita di ciascuno sia ritenuta un bene al pari della libertà e della pace, tanto invocate“.

Nel suo intervento alle Acli, mons. Betori ha legato la questione bioetica al problema del relativismo etico denunciando tutta una serie di “automatismi mentali” che si sono “insinuati” nella cultura, come “il pensiero dell’uomo è incapace di affermare qualunque verità oltre quella fisica”. Di fronte a questo scenario, “l’uomo del terzo millennio – ha detto Beotri – dovrà riappropriarsi del desiderio di conoscere per davvero ciò che lo circonda”.Sir