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REFERENDUM: BOBBA (ACLI), PEZZOTTA (CISL), BEDONI (COLDIRETTI), MARINO (CONFCOOP), «PERCHÉ CI ASTENIAMO»

“La scelta del non voto è una scelta ragionevole contro la prospettiva di una società discriminatoria dove poche grandi imprese controllano le mappe genetiche e decidono l’evoluzione della specie”. Così Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani), aprendo questa mattina a Roma la conferenza stampa sulla scelta dell’astensione all’imminente referendum sulla legge 40, insieme ai presidenti di Coldiretti, Confcooperative e al segretario della Cisl. “La vita – ha detto Bobba – è una nuova frontiera della questione sociale, è un campo di scelte che necessita regole di convivenza. Per questo abbiamo deciso di prendere posizione insieme, pur nella specificità delle storie”.

“Respingo ogni etichetta di oscurantismo come le accuse di avere una posizione di destra o di essere obbediente alla Cei – ha aggiunto Bobba -. Queste etichette non ci appartengono. Se vincono i sì la legge 40 sarà demolita e il Parlamento avrà le mani legate. Votare no è dare di fatto una mano ai sì. Noi ci schieriamo dalla parte dei più deboli, dei senza voce”. E sulla possibilità di una revisione della legge 194 Bobba aggiunge che “la legge sull’aborto non è in discussione, i temi della legge sulla procreazione assistita sono del tutto inediti e occorre un’azione propositiva per costruire un’etica pubblica condivisa che resista al nuovo liberismo della genetica”.

A questo proposito il presidente delle Acli ha annunciato che il seminario di studio del prossimo settembre a Orvieto sarà dedicato al tema “Bios e Polis”.

“La Cisl non dà indicazioni di voto ai suoi iscritti – ha detto Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, intervenendo questa mattina a Roma alla conferenza stampa indetta dalle Acli – ma io non vado a votare perché è sbagliato che la politica rinunci al suo ruolo in una materia così delicata”. Pezzotta ha poi aggiunto: “Nessuno deve essere criminalizzato e insultato per questo (non andare a votare), come sta accadendo negli ultimi giorni”. La scelta del non voto “è una scelta di democrazia e di politica” – ha spiegato – il Parlamento “non deve rinunciare a una sua prerogativa. Non credo sia più democratico di me chi va a votare”. “Non accetto che chi si astiene venga additato come cattivo maestro che diseduca – ha aggiunto Luigi Marino, presidente di Confcooperative -. In questi giorni riemerge uno spirito anticattolico inaccettabile, molti insulti e poca informazione. I cattolici sono portatori d’acqua se parlano di pace, solidarietà, aiuti al terzo mondo. Diventano abietti se difendono la vita e la famiglia”. “Chiediamo regole sui mercati e questo è giusto – ha proseguito Marino – a maggior ragione se si parla di vita. La scienza ha bisogno di regole”.

“Non si scherza con un sì o con un no quando si parla di vita – ha concluso Paolo Bedoni, presidente Coldiretti -. La scelta dell’astensione non è una scelta politica ma valoriale e morale. Si ha rispetto per la natura, perché non per l’uomo?”.Sir

Uno speciale di Toscanaoggi