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GIORNATA DELL’EUROPA: MONS. GRAB (CCEE), «MAI PIU’ NEL BARATRO DELLA GUERRA»

“La ricorrenza della Giornata dell’Europa, all’indomani della celebrazione del 60° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, è un’occasione per non dimenticare che il processo dell’unificazione europea in corso nasce dalla volontà di non cadere più nel baratro della guerra”. Inizia con queste parole il messaggio che mons. Amédée Grab, vescovo di Coira e presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) ha diffuso oggi in occasione della Giornata dell’Europa.

“Tuttavia – scrive il vescovo – assenza di conflitti armati non significa assenza di ‘guerra’: la vera pace, la giustizia e la stabilità sociale mancano ancora in molte parti del nostro continente. Le recenti vicende dei Balcani ci dimostrano quanto sia fragile la pace. Abbiamo quindi la responsabilità di fare memoria degli eventi scellerati ed inumani che caratterizzano ogni conflitto, in particolare insieme alle giovani generazioni, che non hanno conosciuto questi orrori”.

Mons. Grab ricorda che oggi l’Europa celebra il 55° anniversario della Dichiarazione del 9 maggio 1950 ed osserva: “Con questa Dichiarazione i Paesi aderenti s’impegnavano a rispettare gli obiettivi di pace, di progresso sociale, di sviluppo economico e di solidarietà in essa contenuti. Essi sancivano la fine di una guerra europea che è stata anche guerra mondiale. E per questo motivo oggi siamo responsabili che la pace europea diventi pace mondiale. Celebrare con coerenza l’Europa oggi significa per essa assumersi l’impegno di far cessare le guerre che insanguinano la terra e che generano disperazione, disastri ambientali, disgregazione sociale, ingiustizie, povertà”.

Proprio in questi giorni, le Chiese europee hanno iniziato il processo di una Terza assemblea ecumenica europea sul tema “La luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa”. “Siamo coscienti – conclude Grab – che il Vangelo e la riconciliazione tra i cristiani sono i dono più preziosi che come Chiese possiamo offrire per il cammino della pace”.Sir