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TRAGEDIA DEL MARE: DON PEREGO (CARITAS), «SERVE UN MONITORAGGIO DEL MEDITERRANEO E UNA POLITICA DI ACCOGLIENZA»

Un “monitoraggio” del Mediterraneo “non solo in termini di sicurezza ma anche di protezione” e una “politica dell’accoglienza” che sia in grado di “ospitare gli immigrati in maniera degna”: è la richiesta di don Giancarlo Perego, della Caritas italiana, che commenta al Sir l’ennesima tragedia del mare avvenuta la scorsa notte al largo delle coste ragusane, con sei migranti morti e sei superstiti cinesi. “Ancora una volta dobbiamo esprimere cordoglio per queste vittime proprio alla vigilia del venerdì santo – dice don Perego -. Ci ricorda anche il dramma di queste persone che fuggono da Paesi dove muoiono di fame o dove non sono rispettati i diritti umani”.

Secondo don Perego “di fronte ad un dato reale – più di mille persone sbarcate nei giorni scorsi a Lampedusa e un altro dramma di morte in Spagna – è importante che ci sia un monitoraggio del Mediterraneo, che non è solo il Mare nostrum ma è anche il mare dell’immigrazione in generale. Serve una politica di attenzione al Mediterraneo che non sia solo in termini di sicurezza ma anche di protezione”. A suo avviso “serve inoltre una politica dell’accoglienza, altrimenti si rischia – come accade spesso – che arrivino migliaia di persone e noi non siamo in grado di ospitarle in maniera degna nei centri. Rafforzare dunque tutte le strutture di accoglienza, in collaborazione con le diverse realtà che sono sul territorio”. Le Caritas della Sicilia, aggiunge, “si sono sempre messe a disposizione perché venga rispettata la persona anche nelle situazioni di irregolarità, con una attenzione accogliente e solidale. Poi si passa ad un discorso di riconoscimento dei diritti o al rimpatrio assistito. Noi abbiamo sempre combattuto i Cpt, chiedevamo dei centri aperti e accoglienti in cui riconoscere i diritti o la necessità di rimpatrio, e non degli strumenti che sembrano dei luoghi di detenzione”.

“Ancora una volta – aggiunge – questo dramma ci deve far riflettere e far pensare all’immigrazione non solo come ad un fenomeno puramente economico per i paesi ricchi. Occorre coniugare sempre di più immigrazione e cooperazione allo sviluppo terzi. Invece assistiamo ad un abbandono dell’aiuto allo sviluppo, mentre continua questa avventura tragica in mano agli sfruttatori e il traffico di esseri umani diventa il business più grosso attorno a Paesi che vivono già il dramma del sottosviluppo. Occorre fare in modo che le persone entrino in maniera legale. Noi puntiamo molto sulla possibilità di un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, in modo da permettere all’immigrato di regolarizzarsi da subito”. (Sir)