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IMMIGRAZIONE: RAPPORTO 2004 CARITAS ROMA, PIÙ CINESI E RUMENI NELL’IMPRENDITORIA

Nella capitale gli stranieri lavorano soprattutto come dipendenti nel settore edilizio, nelle attività immobiliari e pulizie, negli alberghi e ristoranti, nei trasporti e nell’agricoltura. Ma gestiscono anche imprese in proprio, soprattutto i cinesi, i rumeni e gli egiziani. E’ quanto emerge dal Rapporto 2004 dell’Osservatorio Romano sull’Immigrazione della Caritas di Roma e della Camera di Commercio Industria e Artigianato di Roma. Il volume (40 pagine), alla sua prima edizione, è uno strumento di studio e riflessione. “L’immigrazione – ha detto mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas, presentando oggi a Roma il Rapporto – è un segno dei tempi che caratterizzerà sempre più il mondo occidentale, il nostro Paese e la nostra città, con implicazioni di grande portata a livello economico, culturale e religioso”.

Il Rapporto stima che in Provincia di Roma al 31 dicembre 2003 vi siano stati 322.824 cittadini stranieri regolari. Il 53,8% sono donne (116 donne ogni 100 uomini) e, contrariamente a quanto avviene a livello nazionale, prevalgono i celibi (56,3% e 163.948 unità) rispetto agli sposati (41,0% e 119.452). Tra i 192 gruppi stranieri presenti nella capitale il primo è sempre stato quello filippino (22.892), oggi superato dai rumeni, arrivati a 60.000 soggiornanti (un quinto di tutti gli immigrati).

Seguono i gruppi nazionali con più di 5.000 unità: Albania, Perù, Stati Uniti, Spagna, India, Cina, Egitto, Ecuador, Regno Unito, Sri Lanka, Moldavia, Germania. Nella Provincia di Roma gli europei sono il 52,8% delle presenze (3 su 4 vengono dall’Est), gli asiatici sono il 21,4%, gli americani il 14,9% e gli africani solo il 10,5%. Per quanto riguarda il lavoro, nel corso dell’ultimo anno i lavoratori dipendenti sono raddoppiati (erano solo 90.222 alla fine del 2002 per diventare 180.000 alla fine del 2003) e questo per effetto della regolarizzazione.

I settori di maggiore impiego sono: le costruzioni (3.213 assunzioni), le attività immobiliari e le pulizie (2.796), gli alberghi e i ristoranti (2.496) e, con più di 1.000 assunzioni, i trasporti e l’agricoltura. La componente straniera nell’imprenditoria è invece risultata, a fine 2003, pari a 15.879 unità, ossia il 5,9% del totale (oltre 270.000 unità).Tra gli imprenditori i cinesi sono la comunità più rappresentata (9,9% degli stranieri iscritti al Registro delle imprese), seguiti dai rumeni (8,4%), dagli egiziani (7,2%), dai marocchini (5,3%) e dai libici (4,5%).Sir