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CEI: CARD. RUINI PRECISA POSIZIONE DEI VESCOVI SU LEGGE 40/2004 E REFERENDUM

“Sceglieremo le vie che appariranno più efficaci a respingere le proposte referendarie, che riteniamo gravemente peggiorative della legge sulla procreazione medicalmente assistita”. Lo ha detto, stamattina il card. Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, rispondendo ai giornalisti durante la conferenza stampa che ha concluso il Consiglio episcopale permanente, svoltosi a Bari dal 17 gennaio ad oggi. Alla domanda di come è stata accolta dal Consiglio episcopale permanente tale indicazione, il card. Ruini ha sottolineato come si sia trattata di “una delle occasioni” in cui ha registrato “maggiore unanimità”.

A chi gli chiedeva se attraverso l’eventuale scelta dell’astensione c’è il rischio di delegittimare i cattolici o le istituzioni italiane, il presule ha affermato che “questo timore non c’è perché nel caso si optasse per quella via, essa è prevista dal legislatore italiano. L’uso dello strumento referendario viene, infatti, anche provato, nella sua opportunità, dalla partecipazione o meno al voto degli elettori”.

Il discorso del referendum si inscrive, ha notato qualche giornalista, nella più ampia questione antropologica. “La questione antropologica – ha osservato il presidente della Cei – riguarda chi è l’uomo, non solo dal punto di vista teorico, ma anche da quello pratico e nasce proprio con l’affermarsi di nuove possibilità d’intervento tecnico dirette sul corpo umano”. Diventa, allora, decisivo che cosa si ritiene sia l’uomo: “soltanto uno degli animali – ha evidenziato il presule – o anche qualcosa di più, l’immagine di Dio, un essere che trascende la natura e che ha una sua dignità specifica e assoluta”.

“Vorrei ricordare – ha aggiunto il card. Ruini – che i fondamenti della civiltà occidentale poggiano qui e vorrei citare anche la formula di Kant, per il quale ogni essere umano va trattato come fine e mai come mezzo. Tale formula applicata alla materia dà già un’indicazione molto chiara”. Ruini non si è detto preoccupato per una eventuale sconfitta al referendum né timoroso per possibili strumentalizzazioni politiche: “L’indicazione di voto c’è già” e va nel senso “di respingere le proposte referendarie, mentre si valuteranno le modalità più efficaci per raggiungere tale fine”. “La sconfitta – ha aggiunto è possibile, ma non sono le previsioni sull’esito che possono determinare il giudizio morale. Noi abbiamo posto, con chiarezza, semplicità ed onestà, insieme con il rispetto di tutti, la nostra posizione. Siamo contenti e grati se anche altri hanno posizioni su questo punto convergenti con le nostre”.

Rispetto al dibattito che si aprirà per il referendum e alle possibili regole che si dovranno tenere in una materia così delicata, il card. Ruini ha sottolineato “che non compete all’autorità ecclesiastica porre le regole ma a quella civile”. La regola fondamentale è, comunque, “affrontare gli argomenti in modo confacente alla loro serietà e al rispetto per il prossimo”. La Chiesa affronterà “il dibattito con totale serenità e con grande chiarezza”, ha ribadito il presule, il cui “unico auspicio è che sui mezzi di comunicazione sia dato spazio adeguato a tutte le posizioni”.

“Le uniche soluzioni possibili”, adottabili in Parlamento, “per far decadere i referendum” sono quelle che sostanzialmente “accolgono le proposte dei referendum”. “Noi ci opponiamo – ha chiarito il presidente della Cei – a tali istanze che sono gravemente lesive della legge stessa”. Se, poi, la Chiesa è intervenuta in questo campo è per adempiere ad un preciso “dovere”. “La Chiesa come tale – ha osservato il presule – non si pronuncia solo sui principi, ma, come si legge nella ‘Gaudium et Spes’ e nell”Evangelium vitae’, ma anche sul concreto di provvedimenti che possono avere un’implicazione morale e antropologica. La Chiesa ha non soltanto un diritto ma anche un dovere di esprimersi su tematiche come queste”.

Nel corso della conferenza stampa, in riferimento alla bambina morta di fame ad Enziteto, il card. Ruini, pur precisando di non sapere esattamente come è andata questa tragica vicenda, ha sottolineato “come i parroci e le comunità parrocchiali quando vengono a conoscenza di determinate situazioni intervengono sempre”, tanto che “a Roma, ad esempio, buona parte dell’8 per 1000 é utilizzata per le famiglie che si trovano in sofferenza”.

Interpellato sulla questione dell’uso dei preservativi tra coniugi quando uno dei due è sieropositivo, come ipotizzato, in un’intervista uscita oggi su un quotidiano nazionale, dal card. Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale della salute, il card. Ruini ha chiarito che “la posizione dei vescovi italiani è sempre stata in piena consonanza con quella della Santa Sede su questo problema che è certamente molto difficile e delicato”.

Il cardinale ha infine spiegato la scelta di Bari per il congresso eucaristico (21-29 maggio): “il congresso eucaristico è tra cristiani” perché “l’Eucaristia è il centro della fede cristiana ed è un fondamentale bene ecumenico specialmente con le chiese ortodosse che hanno l’Eucaristia come noi”. “Per quanto riguarda le altre popolazioni – ha concluso il card. Ruini – dall’Eucaristia viene un grande impulso di carità e di amore: la questione, dunque è in questi termini e non di sincretismo religioso”.Sir