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MIGRAZIONI, LETTERA DEL CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE: TUTTA LA COMUNITÀ CRISTIANA SIA COINVOLTA

Un invito ai fedeli cristiani a “farsi compagni di viaggio” dei migranti e a realizzare una “pastorale d’insieme” che coinvolga i diversi ambiti ai fini dell’annuncio e dell’evangelizzazione. A questo proposito si auspica “l’instaurazione o il consolidamento” di “forme di coordinamento, agile e snello, ma stabile e riconosciuto”, in ogni diocesi o anche a carattere interdiocesano o interparrocchiale (con il nome di segretariato o commissione). E’ il suggerimento che emerge dalla lettera – resa nota oggi – del Consiglio episcopale permanente alle comunità cristiane su migrazioni e pastorale d’insieme, dal titolo “Tutte le genti verranno a te”.

Nella lettera i vescovi italiani invitano a prestare attenzione “alla crescente presenza in Italia di tanti stranieri, con evidenti risvolti sociali, economici, culturali ed anche religiosi”. E intravedono nei migranti “uno specifico e sempre più rilevante campo d’azione per l’opera di evangelizzazione”. “Liberandosi da ogni atteggiamento di delega a pochi addetti ai lavori – scrivono i vescovi -, tutti i fedeli cristiani devono sentirsi chiamati a essere Chiesa missionaria”.

Citando recenti statistiche che attestano la presenza degli immigrati in Italia intorno ai 3 milioni (di cui la metà non cristiani, l’altra metà suddivisa in parti uguali tra cattolici e non cattolici), i vescovi invitano al dialogo interreligioso – “che però non è alternativo all’annuncio”, precisano – e al “dialogo e alla fraternità” con i cristiani non cattolici, soprattutto gli ortodossi provenienti dai Paesi dell’Est Europa, la cui presenza è più consistente. “Si tratta di condividere una duplice responsabilità – affermano -: offrire il primo annuncio a coloro che non hanno ancora incontrato Cristo e confermare nella fede quelli che dalla loro condizione di migranti possono ricevere un pregiudizio nell’esercizio della sua sequela”. Una “pastorale d’insieme” per i migranti da applicare nei diversi ambiti della vita quotidiana: “catechesi, catecumenato, liturgia, carità, pastorale scolastica, pastorale familiare, pastorale giovanile, vocazionale, missionaria, ecumenica, pastorale del lavoro, della salute, della comunicazione e della cultura”. Riguardo alla “cura pastorale dei migranti cattolici”, ad esempio, i vescovi fanno un avvertimento: ”Occorre evitare che essi divengano realtà chiuse e favorire un contatto organico con la realtà parrocchiale”. E ricordano altri ambiti come il dialogo ecumenico, la “missione ad gentes nelle nostre Chiese” (che interpella anche i sacerdoti fidei donum e chi ha esperienza di missione), la carità e promozione umana (che possono essere “efficaci strumenti di evangelizzazione, se riescono a far emergere le ragioni di fede che sostengono nel loro cuore il gesto della carità”), la pastorale familiare. Questa, in particolare “dovrà dedicare particolare attenzione alle famiglie degli immigrati, coinvolgendo anche altre istituzioni, come i centri per la vita e i consultori familiari. Sarà utile inoltre il collegamento con chi può interessarsi dei ricongiungimenti familiari, del problema abitativo, degli asili nido, delle scuole materna e delle varie forme di assistenza sociale”.

Altri ambiti importanti sono quello dei minori e dei giovani nelle “parrocchie, gruppi culturali, sportivi e di solidarietà, oratori, scuole e ogni altro ambiente” e quello dei lavoratori, visto che gli immigrati “a motivo della loro situazione precaria, spesso accettano occupazioni umili e poco gratificanti, e non poche volte sono costretti a subire forme svariate di sfruttamento, con pregiudizio della salute, dell’unità familiare e del cammino d’integrazione”.

Per loro “occorre predisporre iniziative per qualificare questi lavoratori e aiutarne l’assunzione di responsabilità, in particolare favorendo la loro formazione anche professionale e coinvolgendoli, insieme ai lavoratori italiani, nella salvaguardia dei propri diritti”. Tra le altre situazioni in cui la comunità cristiana è chiamata ad agire i vescovi citano “la visita e assistenza agli stranieri negli ospedali e nelle carceri, le scuole di alfabetizzazione e di cultura italiana, l’approccio alla pubblica amministrazione, gli interventi contro la tratta delle donne straniere e la lotta al razzismo e all’intolleranza”.Sir

«Tutte le genti verranno a Te». Lettera Cei sulle migrazioni