Da “allarme eccezionale” ad “allarme quotidiano”, dalle cronache di “violenze, omicidi, abusi e pedofilia” a una “normalità” continuamente a “rischio”. E’ l’evoluzione del rapporto tra “Bambini e stampa”; così come viene analizzata dal primo rapporto su “Bambini e stampa”, presentato oggi a Firenze durante un omonimo convegno organizzato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e dall’Osservatorio su Stampa e Minori, nell’ambito del primo “Seminario Innocenti” di Media Education. Dal rapporto, che analizza circa 6 mila articoli su bambini, ragazzi e famiglie, pubblicati nel 2003 dalle principali testate nazionale informa una nota – emerge che appena 291 di quei 6 mila articoli occupano la prima pagina dei giornali, cioè meno di un articolo ogni 20 articoli. Se poi si passa ad e esaminare di cosa si parla quando si parla di bambini, il “conformismo” dilaga, visto che al primo posto si trovano “scuola e servizi educativi”(983 articoli, pari al 16,5% del totale), seguiti da “salute, servizi e sanità “(901,pari al 15,1%), e dai “diritti dei bambini”, soprattutto quelli negati (720 e 12,1%). Quanto alla “qualità” dei temi trattati, nel 2003 la stampa italiana ha “ridimensionato drasticamente” la cronaca nera inerente a “violenze, omicidi, abusi e pedofili”, temi predominanti negli anni precedenti, e accompagnati spesso da “indiscriminate generalizzazioni del rischio”. Dagli articoli analizzati, tuttavia, risulta che temi come la pedofilia o le violenze subiti “non bastano più, di per sé, a imporre le questioni dei bambini, a meno che non si tratti di fatti davvero eclatanti”. La protagonista delle cronache sull’infanzia è oggi la “normalità”, vista però come un “rischio” generalizzato per tutti i bambini.Sir