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ITALIANE RAPITE IN IRAQ, PACIFISTI: TUTTI I COMUNI ESPONGANO FOTO

I pacifisti stanno preparando striscioni, di un metro per quattro, con le foto dei rapiti a Baghdad e la scritta, in italiano e in arabo, “liberateli”. Gli striscioni saranno a disposizione di tutti gli enti locali che sono per questo invitati ad esporli. L’iniziativa, che ha l’obiettivo di mantenere alto il livello di attenzione sul rapimento, è del Coordinamento degli enti locali della pace e del Comune di Roma ed è sostenuta dalla Tavola della pace che, questa mattina, si è riunita nella sede della Cgil a Roma. L’organismo aveva all’ordine del giorno anche la vicenda delle due volontarie italiane sequestrate. La Tavola (di cui fa parte anche il coordinamento degli enti locali della pace) ha rivolto un appello agli enti locali perché espongano gli striscioni con le foto dei quattro rapiti e dedichino alla vicenda, quale adesione di solidarietà, una seduta straordinaria.

Il direttivo dell’organismo pacifista (di cui fanno parte fra gli altri i Beati costruttori di pace, Legambiente, Cgil, Arci, Acli, Focsiv, Cisl, Ics) ha confermato la mobilitazione nazionale, invitando la popolazione italiana a parteciparvi in modo massiccio, con iniziative locali come fiaccolate e manifestazioni. Ha rilanciato i sit-in sui ponti che rivestono un duplice significato simbolico: «è un richiamo – ha detto Flavio Lotti, coordinatore della Tavola – all’associazione ‘Un ponte per…’ e alla costruzione di un’unione fra civiltà in alternativa agli scontri fra civiltà». Fra l’altro, Lotti ha ribadito la linea tenuta finora dal mondo delle ong: il solo referente per la liberazione degli operatori umanitari rapiti sono le istituzioni, «quando riceviamo qualche informazione – ha precisato – la giriamo a loro”. Anche il movimento pacifista, così come le ong – ha proseguito Lotti – continuano a tenere il comportamento assunto da ‘Un ponte per…’ nella vicenda, quello della prudenza nell’esternare, di evitare perciò ogni commento o polemica su eventi non chiari. «Ed in questo momento – ha precisato – l’intera vicenda è ancora molto oscura».

Prosegue, però, il lavoro, da parte delle organizzazioni pacifiste, per individuare, sia in Iraq sia nel mondo arabo, i possibili canali di contatto con i sequestratori: «stiamo, fra l’altro, sperimentando – ha osservato ancora Lotti – la presenza di una rete internazionale della solidarietà. Questo è un segnale che ci fa ben sperare, è la conferma che l’attacco alle costruttrici di pace è condannata totalmente da tutti. È evidente che l’obiettivo del rapimento è quello di intimorire le organizzazioni umanitarie che lavorano in Iraq. Rivolgiamo ancora una volta un appello – ha concluso – a tutti gli uomini e le donne perché non si stanchino di dimostrare la solidarietà per le due Simone”. (ANSA).