Di fronte al rischio dello scontro tra civiltà come testimoniano eventi quali Beslan e l’11 settembre 2001, l’idea dell’interdipendenza positiva viene concepita come chiave per affrontare la grande sfida del saper vivere insieme posta dalla società postglobale. Con questa convinzione, personalità del mondo cristiano, ebreo e musulmano si incontreranno sabato e domenica 11-12 settembre a Roma per celebrare insieme la Seconda Giornata per l’interdipendenza, in memoria degli attentati alle torri gemelle. L’iniziativa nasce da un’idea del politologo americano Benjamin Barber, secondo il quale l’intedipendenza non è una strategia di idealisti ma una necessità realistica. La Giornata è promossa quest’anno in Italia da un cartello di associazioni: Acli, Legambiente, Movimento politico per l’unità (Focolari), Comunità di Sant’Egidio e CivWorld, insieme al Comune di Roma. L’iniziativa si aprirà sabato sera (ore 20.30) in piazza del Campidoglio dove in un dialogo per la pace, si confronteranno il card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, il Rabbino Riccardo di Segni, capo della comunità ebraica di Roma e Shahrzad Hushmand, teologa islamica iraniana. La serata prevede anche momenti artistici e testimonianze di giovani cristiani, musulmani ed ebrei. Sarà presente anche Imam Warith D. Mohammed, leader della “American Muslims Society” (Usa) che conta 2 milioni di aderenti. Domenica 12, l’appuntamento è all’Auditorium parco della Musica – dove sul tema Il ruolo della società civile per la promozione dell’interdipendenza positiva, interverranno, fra gli altri, Chiara Lubich, fondatrice Movimento dei Focolari, Romano Prodi, Presidente Commissione Unione Europea, Andrea Riccardi, fondatore Comunità di Sant’Egidio e Lech Walesa, fondatore “Solidarnosc”. La mattinata si concluderà con la presentazione e la firma della carta europea per l’interdipendenza. Sir