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AC A LORETO, FINI SUGLI ORATORI: «NECESSARIO UN ULTERIORE PASSO AVANTI NELLA LEGISLAZIONE»

L’oratorio come presidio di libertà; come valore aggiunto per le comunità locale e per quella nazionale; come beni certi e duraturi, con un ruolo di contrasto alla dispersione scolastica e alle tossicodipendenze; come scuola di rispetto degli altri, anche se di un colore di pelle o di una fede diversi” sono tra le funzioni dell’oratorio, richiamate dal vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, durante il convegno “La funzione sociale e educativa degli oratori”, promosso, oggi, dall’Azione cattolica a San Benedetto del Tronto, per la festa-pellegrinaggio a Loreto. “C’è stato un vasto consenso – ha sottolineato Fini – sulla legge 206 del 2003, che riconosce la funzione sociale e educativa degli oratori, cui sono seguite diverse leggi regionali, che s’indirizzano nello stesso senso. La Regione Lazio, poi, ha preceduto persino il legislatore nazionale, con una legge del 2001”. Per Fini, “è importante che le Regioni riprendano negli Statuti regionali la valorizzazione degli oratori, dando centralità al principio di sussidiarietà per una solidarietà che non si riduca ad essere solo liberalità”.

“I soldi pubblici spesi per gli oratori – ha aggiunto il vicepremier – sono investiti bene. Nella sola Regione Lazio, dal 2001, sono stati finanziati 1200 progetti delle parrocchie di Roma, per un totale di 15.000 euro del bilancio regionale”. A giudizio di Fini, comunque, “è necessario promuovere un ulteriore passo avanti nella legislazione inserendo gli oratori tra i soggetti attivi in una rete integrata di servizi sociali, superando così la lacuna presente nella legge 328 del 2000”. “Occorre cogliere – ha proseguito Fini – un aspetto fondamentale dell’oratorio, non considerandolo solo come una struttura a difesa di valori spirituali e di fede: l’oratorio, infatti, aiuta la società a crescere meglio, creando un collegamento tra istituzioni e cittadini”. “La classe dirigente politica – ha concluso il vice presidente del Consiglio – ma anche il mondo dell’informazione e gli opinion leader devono capire che educare non significa istruire, ma piuttosto mettere nell’uomo quei concetti che garantiscono equilibrio e condivisione di valori, anche in contrasto con quel conformismo e quel pensiero debole che ha permesso quanto accaduto in Olanda 8l’approvazione della legge che permette l’eutanasia dei minori di 12 anni, n.d.r.). Allora, insieme alla famiglia e alla scuola, valorizziamo gli oratori, come beni certi e duraturi, presidio di libertà”. Sul fronte dell’operato delle istituzioni pubbliche nei confronti dell’oratorio, è intervenuto anche il presidente della Giunta regionale della Regione Marche, Vito D’Ambrosio. “la nostra Regione – ha ricordato – è stata tra le prime a porsi il problema della questione giovanile. Con la legge 46 del 1995 abbiamo stabilito la promozione e il coordinamento delle politiche a favore di giovani e adolescenti”. Finora la Regione Marche ha finanziato progetto per 7 milioni di euro. “Al centro del nostro intervento – ha chiarito D’Ambrosio – c’è la volontà di creare una rete di coordinamento tra le aggregazioni giovanili e, quindi, anche gli oratori per favorire una sana crescita dei minori”. E’ giusto, ha concluso il presidente della Regione Marche, che “i giovani abbiano la possibilità di autogovernarsi, favorendo una sussidarietà verticale e orizzontale”. Sir