Italia

BOOM DELLE ADOZIONI: MICUCCI (ANFAA), PIÙ IMPEGNO PER CREARE ALTERNATIVE AGLI ISTITUTI

In Italia, dal 1967 ad oggi, sono state effettuate 110 mila adozioni, nazionali ed internazionali: un “boom” certamente “positivo”, ma che chiede un maggiore “impegno” sul piano della “cultura dell’adozione”, in base alla quale “occorre far sì che i bambini privi di una famiglia vengano dichiarati adottabili solo in reali situazioni di abbandono o di privazione (non solo di povertà economica), in modo che il numero di essi diminuisca sempre di più, in Italia e all’estero”. A dichiararlo è Donata Nova Micucci, presidente dell’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie), che commenta i dati citati (forniti dalla stessa associazione) mettendo l’accento sulla necessità di “favorire il più possibile il mantenimento del minore nella sua famiglia e nel suo Paese d’origine”, a patto naturalmente che “siano in grado di fornire ai bambini condizioni di vita accettabili e dignitose”.

Per quanto riguarda le adozioni internazionali (circa 3.000 l’anno, contro le 1.500-1800 italiane), la presidente dell’Anfaa ricorda che “esistono situazioni molto diversificate, con un’Europa composta di Paesi che ‘aprono’ e Paesi che ‘chiudono’ le loro frontiere, e un’Africa spesso priva di regolamentazione nel settore, a causa della continua instabilità governativa”. Altra “questione delicata”, secondo l’Anfaa, quella degli istituti, che “in base alla nuova legge andrebbero chiusi in Italia entro il 2006”, ma “manca ancora un impegno deciso delle istituzioni in tale senso”. Di qui la necessità di agire sul piano della “cultura dell’adozione e dell’affidamento”, in grado di contrastare “l’idea dominante in base alla quale ogni famiglia ha ‘diritto’ ad un bambino: il desiderio di un figlio è legittimo e va sostenuto e aiutato, ma partendo dal punto di vista opposto, in virtù del quale ogni bambino ha ‘diritto’ ad una famiglia, anche il bambino più ‘grandicello’ o quello malato o handicappato. Per un minore stare in un istituto, fermo restando l’encomiabile impegno di molti operatori del settore, non sarà mai la stessa cosa che vivere con una mamma e un papà”.Sir