Italia

LEGGE IMMIGRAZIONE: CARITAS SU GIUDIZIO CONSULTA, «POSITIVO MA NON BASTA»

“È senz’altro positivo che venga così ripristinato lo stato di diritto”, ma al di là della sentenza, la Caritas Italiana ritiene opportuno “darsi non solo una normativa ma anche un costume di accoglienza, vissuti entrambi come indici di civiltà”. Commenta così mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, l’odierna decisione della Consulta sulla illegittimità costituzionale della legge Bossi-Fini. “È questo il terreno da arare in profondità, senza lasciar campo a pregiudizi, preclusioni e false benignità, come quelle per cui l’immigrato migliore è quello che viene rimpatriato – aggiunge mons. Nozza -. C’è molto da fare per trovare la giusta sintonia. C’è soprattutto da studiare, conoscere le persone, ma anche i costumi, le storie, i modi di esprimersi, gli orientamenti di quelli che arrivano. Non per assimilarli o per essere assimilati; ma per stabilire le basi di una convivenza autentica”.

Nel contempo la Caritas torna a chiedersi – ed è una domanda che cominciano a porsi anche le autorità dei Paesi di provenienza – “se alla base di una politica restrittiva della regolazione dei flussi, che non tiene conto neanche delle esigenze economiche e dell’evoluzione del mercato del lavoro, ci sia una precisa volontà di avallare una situazione di fatto che vede l’ingresso di decine di migliaia di lavoratori illegali. Manodopera a minor costo, con la massima flessibilità e nell’impossibilità di rivendicazioni: un sicuro vantaggio per il debole sistema economico europeo”. “Tuttavia – prosegue don Nozza – un simile dubbio non deve bloccare né l’impulso a reclamare politiche adeguate né l’impegno a promuoverne direttamente nel quadro di una politica organica degli interventi e dei servizi sociali, a scala europea, nazionale regionale e locale. I nodi che l’immigrazione presenta non si sciolgono innalzando nuove barriere fisiche o legislative, ma costruendo nuovi ponti che facilitino l’incontro e l’accompagnamento sociale”.Sir