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DA PRATO I TESSUTI PER L’INAUGURAZIONE DELLA NUOVA CHIESA DO PADRE PIO A S. GIOVANNI ROTONDO

Oltre un chilometro di tessuti made in Prato, preziosissimi e della più alta tecnologia. Due settimane per le ricerche iconografiche. Un mese e mezzo per la confezione. Tanto è occorso per realizzare i paramenti per i 10 cardinali, 120 vescovi e 500 sacerdoti che il 1° luglio, a S. Giovanni Rotondo, parteciperanno alla cerimonia di dedicazione a San Padre Pio da Pietrelcina della nuova, grande chiesa progettata dall’architetto Renzo Piano. Dopo la Basilica di S. Pietro sarà la più grande della cristianità, privilegio finora della cattedrale di St. Paul a Londra.

La liturgia verrà presieduta dall’arcivescovo di Manfredonia, Domenico Umberto d’Ambrosio, delegato della Santa Sede per le Opere e il Santuario pugliese. D’Ambrosio sarà assistito da 7 diaconi e da circa 700 concelebranti. Si prevede comunque una presenza complessiva di almeno 2000 prelati. I fedeli saranno invece centinaia di migliaia. Vastissima la copertura dei mezzi d’informazione. Rai 1 offrirà in esclusiva una diretta della cerimonia per due ore, dalle 16,30 alle 18,30, immagini acquistate dalle televisioni di decine di Paesi. Già accreditati oltre 300 giornalisti da tutto il mondo.

Sono esattamente 1076 i metri di speciale tessuto occorsi alla sartoria liturgica X Regio di Treviso per confezionare le 200 casule e 500 stole dei prelati concelebranti, oltre alle grandi dalmatiche dei 7 diaconi. Si tratta di una tela di pura lana a quattro capi ritorti, tramata in lurex argento, realizzata con una tecnica particolarissima (è usata solo per i paramenti sacri) che impedisce alla stoffa di prendere pieghe.

Sempre prodotti a Prato, e questi donati dall’Unione Industriale Pratese, anche stoffa e confezione del Polistavrion che sarà indossato dal celebrante principale, l’arcivescovo d’Ambrosio. Si tratta di un completo, casula, stola e mitra, che prende il nome (polistavrion, in greco “molte croci”) dal particolare disegno del tessuto, appunto con molte croci.

Il tessuto, in due versioni, è un jacquard cosiddetto “doppio alternato a due effetti”. I toni di colore dominanti sono il porpora e l’oro, ciascuno dei quali composto da filati (dominanti il lurex e la seta) di sfumature diverse, che conferiscono alla stoffa un effetto cangiante particolarmente raffinato. In più, gli ornati di casula e mitra, in lana e oro, sono tempestati di oltre 1850 pietre dure sfaccettate, metà corniola rossa e metà globuli e grani d’oro. Questi paramenti, oltre a quelli dell’altare e degli addobbi principali, hanno richiesto altri 120 metri di stoffa.

La ricerca iconografica sul Polistavrion è stata realizzata dallo studio Ballarin di Venezia su mosaici, affreschi, miniature e icone considerati in un periodo di tempo di sette secoli, dal più antico, 1191, alla metà del secolo XIX.