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2 GIUGNO: CARITAS E FOCSIV, «FESTEGGIARE SENZA FALSI SENSI DI SICUREZZA»

“Vogliamo festeggiare la Repubblica senza falsi sensi di sicurezza, ricordando il valore della pace, del dialogo, della nonviolenza – sempre e ovunque, soprattutto in un mondo afflitto dalla guerra e dal terrorismo, alimentati anche da povertà, disuguaglianze, ingiustizie e sottosviluppo – e recuperando a questi valori anche un gesto attivo di responsabilità, un diritto costruito in trent’anni della nostra storia: l’obiezione di coscienza, in particolare al servizio militare e all’uso delle armi, come assunzione di responsabilità politica e sociale”. Con queste parole Caritas italiana e Focsiv (Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario) iniziano una nota comune alla vigilia del 2 giugno, festa nazionale.

“Quest’anno – aggiungono Caritas e Focsiv – la drammaticità di avvenimenti internazionali, la crescita del mercato delle armi, l’aumento in Finanziaria delle spese per la difesa armata e il contemporaneo minore impegno nella lotta al sottosviluppo e nella cooperazione internazionale, l’orizzonte della sospensione della leva, il travagliato avvio del servizio civile volontario sono fatti che sembrano oscurare i valori che si esprimono con la scelta dell’obiezione di coscienza”. Per queste ragioni i due organismi rilanciano le motivazioni dell’obiezione di coscienza con due proposte: “Frequentare sempre più i luoghi in cui si svolge il servizio civile; firmare la dichiarazione di obiezione di coscienza sul sito di Caritas Italiana: www.caritasitaliana.it“.

“Firmare per l’obiezione di coscienza anche in occasione del 2 giugno – sostengono Caritas e Focsiv – significa compiere un importante segno di pace e di responsabilità in questo momento politico e sociale, che dovrà anche trovare istituzionalmente un peso e un significato (L’albo nazionale degli obiettori di coscienza)”. I due organismi sottolineano che questa firma “è stimolo per ognuno: ad impegnarsi per un mondo solidale, improntato alla pace e alla giustizia, alla legalità, al dovere di solidarietà tra persone e popoli, capace di discernere le istanze degli ultimi e di dare adeguate risposte; a rivedere i propri stili di vita e di consumo e a sostenere, anche in campo economico e finanziario, proposte che valorizzino gli aspetti etici, contro ogni forma di sfruttamento delle persone e dell’ambiente; ad esercitare attivamente il diritto-dovere di cittadinanza. A distanza di oltre trent’anni dalla legge 772 è importante non disperdere – soprattutto nell’attuale momento storico – il patrimonio dell’obiezione di coscienza, ma riproporlo in forme rinnovate. Perché la festa della nostra Repubblica sia per tutti occasione di nuova e più alto coinvolgimento responsabile per il bene comune”.Sir