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FECONDAZIONE ARTIFICIALE: UNIVERSITA’ CATTOLICA, «LA LEGGE NON È ANTICOSTITUZIONALE»

La legge sulla procreazione medicalmente assistita, che domani dovrebbe ricevere l’approvazione definitiva da parte del Parlamento, “non è una legge incostituzionale”, perché “si pone dal punto di vista dei diritti del concepito”, proprio come la Corte Costituzionale ha raccomandato di fare, citando “per ben sei volte” (nella sentenza n. 35 del 10 febbraio 1997) la necessità di tutelare giuridicamente tali diritti. Marina Casini, del Centro di bioetica dell’Università Cattolica di Roma, commenta al Sir in questi termini l’appello di cento donne giuriste contro il varo della legge sulla fecondazione artificiale, definita “incostituzionale” in quanto porrebbe “in contrapposizione” i diritti della madre con quelli del concepito. Al contrario, sostiene l’esperta, l’art. 1 del ddl, che invita a prendere in considerazione dei “diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito”, “recepisce le norme costituzionali”, ed è in linea con i pronunciamenti del Comitato nazionale di bioetica in tema di embrione, che va trattato “con gli stessi criteri di rispetto dovuti a tutti gli esseri umani a cui si riconosce lo statuto di persona”. Quanto al divieto della “fecondazione eterologa”, altro punto contestato della legge, Casini cita le “raccomandazioni” del Parlamento europeo in materia, che già dal 1989 invitano a “tutelare l’embrione sotto il profilo del diritto alla vita, del diritto alla famiglia e del diritto all’identità genetica”. Anche se, conclude l’esperta, la legge che approda in Parlamento domani “non è una legge cattolica”, perché per essere tale richiederebbe “il divieto assoluto a qualsiasi tipo di fecondazione assistita al di fuori dell’atto coniugale”, rappresenta comunque “una riduzione del danno” e soprattutto “scongiura il rischio di un ‘far west’ legislativo mettendo alcuni punti fermi attorno alla vita e alla famiglia”. Sir