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VOLONTARIATO: IN 10 ANNI LE PRESENZE ORGANIZZATE ANCHE SUL TERRITORIO SONO PASSATE DA 8.300 A 19.900

“C’è un volontariato che cerca la trasformazione sociale e ce ne è uno che cerca la realizzazione personale in un mondo inospitale: i due modelli di volontariato sono oggi chiamati a trovare una terza strada, valorizzando il sogno iniziale di una nuova società e promuovendo l’impegno educativo perché i valori più sani del volontariato passino alle nuove generazioni”: lo ha detto oggi a Roma Emanuele Alecci, presidente del Movi (Movimento volontariato italiano), nel corso di una tavola rotonda sui “Centri di servizio per il volontariato” e l’evoluzione del settore. “L’organizzazione del volontariato nel nostro Paese – ha detto Nereo Zamaro, dirigente delle ricerche sul settore pubblico e privato dell’Istat – ha visto crescere, nel giro di una decina di anni, il numero delle realtà da 8.300 a oltre 19.900, con un rapido processo di diffusione territoriale. Il totale dei dipendenti è di quasi 12 mila mentre i volontari sfiorano le 700 mila persone, soprattutto nelle fasce di età tra i 20 e i 54 anni. La sanità e l’assistenza sociale sono gli ambiti più seguiti, con oltre il 60% di organizzazioni che se ne occupano”. Dai dati Istat è anche emerso che il volontariato copre campi come l’assistenza ai minori (496 mila assistiti medi annui rispetto ai 30 mila ragazzi ricoverati) e agli anziani non autosufficienti (150 mila assistiti rispetto ai 260 mila ricoverati), intervenendo inoltre su oltre 2,3 milioni di malati e su 1,2 milioni di adulti in stato di necessità. Secondo Marco Granelli, presidente del Csv.net, la rete di collegamento dei 71 centri di servizio presenti in Italia (per un totale di 306 sportelli in funzione), “i centri sono chiamati, grazie anche alle risorse di cui dispongono per legge, a sostenere la pratica della cittadinanza solidale coinvolgendo quanto più possibile la popolazione nella costruzione di una società più vivibile”.Sir