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SIRIA: CCEE «DEPORRE LE ARMI E INTRAPRENDERE VIA DEL DIALOGO E RICONCILIAZIONE»

«Speriamo che le autorità del Paese, la popolazione e tutti i credenti, di qualunque religione essi siano, guardino a Dio e trovino il cammino che faccia cessare tutte le ostilità, deporre le armi e intraprendere la via del dialogo, della riconciliazione e della pace». E’ l’auspicio espresso dalla presidenza del Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, in una dichiarazione, diffusa oggi, sugli ultimi sviluppi in Siria dove ieri sono stati uccisi il ministro della Difesa, il suo vice e il capo dell‘unità di crisi. «Da mesi – affermano il presidente card. Peter Erdo, e i suoi due vice, il card. Angelo Bagnasco e l’arcivescovo mons. Jozef Michalik – la Chiesa e tutta la comunità internazionale guardano con grande apprensione e profonda tristezza l’escalation di violenza in Siria, dove le armi sembrano avere sostituito il dialogo».

Per la Presidenza del Ccee «questo conflitto non può che portare con sé inevitabilmente lutti, distruzioni e gravi conseguenze per il nobile popolo siriano. La guerra – si ribadisce – è una via senza uscita. La felicità non può che essere raggiunta insieme, mai nella prevaricazione degli uni contro gli altri». «I prossimi giorni – prosegue la nota – possono essere decisivi per gli esiti di questa crisi» da qui l’esortazione ai cristiani d’Europa «a moltiplicare il loro impegno di preghiera per la pace in quella regione», in vista di una «possibile una soluzione alla crisi, leale e costruttiva, rispettosa degli interessi di ognuno». Per far ciò, conclude il Ccee, «è necessario trovare di nuovo lo spazio per un dialogo di pace; non è mai troppo tardi per comprendersi, per negoziare e costruire insieme un futuro comune. Siamo certi che, con l’aiuto di Dio, il buon senso può prevalere e recare una convivenza pacifica nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà e nel rispetto di tutte le minoranze, in particolare dei cristiani del Paese». (Sir)