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FECONDAZIONE ASSITITA: IL COMMENTO DELLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE AL SI’ DEL SENATO ALLA NUOVA LEGGE
La legge sulla fecondazione assistita così come è stata approvata al Senato “è coerente con le autorevoli indicazioni del Comitato nazionale per la Bioetica, che pur recependo pareri diversi, ha definito l’embrione uno di noi'”. Così facendo lo Stato si è posto “dalla parte del più debole, come è l’essere umano nella fase iniziale del suo sviluppo”. Lo afferma Marco Doldi, teologo moralista, commentando oggi per il Sir i 18 articoli della legge sulla fecondazione assistita approvati dal Senato. Doldi ricorda le indicazioni del Comitato nazionale per la bioetica che invitava il legislatore a “riconoscere il dovere morale di trattare l’embrione umano, sin dalla fecondazione, secondo i criteri di rispetto e tutela che si devono adottare nei confronti degli individui umani”. “Coerentemente commenta Doldi la legge ha recepito questa autorevole indicazione, concretizzandola in diversi paragrafi”. Si spiega così il rifiuto della fecondazione eterologa (“darebbe al nascituro un padre biologico, diverso dal genitore, che desidera il figlio”) e l’impossibilità di “produrre un numero maggiore di embrioni, rispetto a quelli necessari per l’impianto” (“quale sorte toccherebbe a quelli in eccesso?”). “Il bene dell’embrione aggiunge Doldi – comporta che si vieti la crioconservazione, la sperimentazione, l’alterazione del patrimonio genetico, la clonazione, il prelievo di cellule staminali. E il bene del concepito richiede una famiglia responsabile: no a genitori in età da nonni, no a persone sole, no a coppie gay”. Insomma, conclude Doldi, “non si può più, come all’epoca del referendum sull’aborto, conferire importanza primaria a chi è già adulto e, pertanto, negare l’esistenza a chi non è ancora nato”.
“La legge sulla procreazione assistita, approvata questa mattina dal Senato, non è una legge cattolica’, ma di tutela del concepito da molteplici punti di vista”: lo ha detto a Roma, in una conferenza stampa al Senato indetta dal Forum delle Associazioni Familiari, da quello delle Associazioni Sanitarie e dal Movimento per la Vita, il presidente nazionale di quest’ultimo, Carlo Casini, secondo il quale il provvedimento va nel senso di applicare “finalmente anche nel nostro paese due risoluzioni del Parlamento europeo del 1989, di cui ai tempi fui curatore e in un caso presentatore. Oggi possiamo dire che l’interesse del concepito ad avere una identità personale e familiare precise, oltre al divieto al congelamento degli embrioni e allo scoraggiamento della fecondazione eterologa, costituiscono una prova di sensibilità e civiltà che altri paesi potrebbero presto seguire. Mi risulta che Spagna e Inghilterra, che avevano già legiferato in materia, ci stiano ripensando e potrebbero seguire il nostro esempio”. Casini ha anche richiamato il fatto che oggi ci sono circa 24 mila embrioni crio-conservati, “i quali costituiscono altrettante vite umane”, che “andrebbero salvati. La legge non spiega come, lasciando, con una certa cattiveria’ la patata bollente nelle mani del ministro della sanità Sirchia”.
Secondo Olimpia Tarzia, segretaria nazionale del Movimento per la Vita, questa legge “pone fine al far west della provetta e al relativo business sostenuto da potenti lobbies del mondo sanitario. Non si tratta della vittoria di valori cattolici ha aggiunto in quanto il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Questa è la vera laicità dello stato, comprovata dal significativo voto trasversale che ha visto in prima fila numerose donne parlamentari che hanno mostrato una particolare sensibilità nella direzione della tutela dell’embrione e dei suoi diritti”.