Italia

REFERENDUM, AL VOTO UN ITALIANO SU QUATTRO, MA IN TOSCANA E’ RECORD

Solo un italiano su quattro si è recato alle urne per i due referendum di domenica 15 e lunedì 16 giugno, rendendo così non valida la consultazione. Il dato di affluenza complessivo è stato di appena il 25,7%, il più basso nella storia dei referendum, 4,3 punti in meno di quello sull’abolizione dell’ordine dei giornalisti, che nel 1997 registrò un’affluenza del 30,0%. Scontata la schiacciante vittoria dei «sì» tra i votanti con l’87,2% per il quesito sull’art. 18 e l’86,1% sulla servitù coattiva degli elettrodotti. La Toscana è stata la regione italiana dove si è votato di più (32,9%) e dove i «sì» al quesito sull’art. 18 hanno raggiunto la quota più alta (90,1%). Spetta dunque alla nostra regione il laconico primato dei «sì», mentre il minor numero di consensi all’abrogazione dei limiti numerici alla tutela prevista dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori è stato raggiunto in Trentino Alto Adige, dove si sono recati alle urne appena il 18,3% degli aventi diritto e il «sì» si è fermato all’80,3%.In Toscana, sempre relativamente all’art. 18 (ma i dati, per quanto riguarda l’affluenza al voto, sono simili anche per l’altro quesito) è stata Livorno la provincia dove si è votato di più con il 36,7%, seguita da Massa Carrara, Prato e Firenze (34,6%) e da Siena (32,9%). Le punte più basse, a Grosseto (27,2%) e Lucca (30,3%). Livorno è anche la prima città a livello nazionale per affluenza alle urne, seguita da Reggio Emilia.Il dato toscano è particolarmente significativo, specie se letto alla luce delle ultime amministrative (che comunque hanno interessato pochi comuni) dove Rifondazione comunista e verdi avevano ottenuto risultati modesti o deludenti, comunque in calo rispetto alle politiche. Sembra evidente che gran parte dell’elettorato diessino ha disatteso le indicazioni del partito, che si era schierato per l’astensione, preferendo aderire all’invito della Cgil.