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LEGGE DELEGA SULL’AMBIENTE: DON TARCHI (CEI), L’EFFICIENZA NON DEVE FARE A MENO DELLA DEMOCRAZIA

“L’efficienza deve essere coniugata con la democrazia”. Così don Paolo Tarchi, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro della Cei (che ha competenze anche sui temi ambientali), commenta l’avvenuta approvazione, al Senato, della legge sulla delega ambientale, che intende affidare ad una commissione di 24 esperti la riscrittura delle leggi sull’ambiente riguardo a temi quali l’acqua, l’inquinamento atmosferico, la sicurezza idrogeologica, i parchi. Su tutto ciò il Parlamento potrà dare solo un parere non determinante.

“È una scelta puramente tecnica che non tiene conto del bene comune – afferma don Tarchi, in questi giorni a Breslavia (Polonia), per partecipare alla V Consultazione delle Conferenze episcopali europee (Ccee) sulle responsabilità per il creato, centrata sul tema ‘Formazione e sviluppo sostenibile’ (fino al 18 maggio) -. Auspico che non si cerchi la novità fine a se stessa ma la difesa e la promozione dei diritti di tutti”. Anche perché, aggiunge, “questa legge, che non vorrei favorisse una lettura esclusivamente economicistica, sembra azzerare il lavoro della legislazione precedente”. Sul tema dell’acqua, ad esempio, riguardo alla quale si teme una spinta verso la privatizzazione evitando il dibattito parlamentare, puntualizza don Tarchi, “ricordiamo che non è solo un bene economico, ma un diritto di tutti”. E a proposito dell’avvio dei lavori del Mose, il sistema di dighe mobili che dovrebbe proteggere Venezia dall’acqua alta, don Tarchi afferma: “È un vecchio problema che da tempo deve essere risolto. Ma stiamo attenti a non porre l’attenzione solo sulle grandi opere – tra cui il ponte sullo stretto di Messina – dimenticando i tanti problemi del territorio. Si potrebbe rischiare di fare delle cattedrali nel deserto con investimenti a pioggia, mentre il territorio va aiutato a tirar fuori le proprie ricchezze, risorse e creatività soprattutto in termini di imprenditoria giovanile. Preoccupa l’eventualità di un ritorno alla mentalità assistenziale ed inoltre occorre vigilare per evitare il rischio che alcuni poteri forti come la mafia possano riprendere un protagonismo che sembrava attenuato”.Sir