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CRISI USA-IRAQ, APPELLO ALLE AUTORITA’ ITALIANE DAI RESPONSABILI DI ASSOCIAZIONI

«Il tempo dell’ultimatum sta per scadere ma il tempo per trovare una soluzione pacifica alla crisi irachena non ha scadenze. E così noi cittadini italiani non ci diamo per vinti». Inizia così un appello al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sottoscritto da personalità dell’associazionismo e del sindacato, tra cui Luigi Bobba, Paola Bignardi, Sergio Marelli, Edo Patriarca, Marco Aquini, Savino Pezzotta, Agostino Mantovani, nel quale si chiede di far «giungere con forza al Segretario Generale della Nazioni Unite Kofi Annan, e a tutti i rappresentanti dei governi che siedono nell’Assemblea Generale dell’ONU, un appello a credere ancora nella via della soluzione pacifica».

«Un appello – prosegue il documento – che riguarda la difesa dei valori insiti nella Carta delle Nazioni Unite, uno strumento in grado di affrontare allo stesso tempo guerre e terrorismo. E a favore della causa della pace vogliamo richiamare la risoluzione “Uniti per la pace” del Consiglio di Sicurezza dell’ONU n° 377 del 3 novembre 1950, a cui si è fatto ricorso finora una decina di volte. E’ stata usata, due volte, entrambe nel 1956, dagli Stati Uniti. Una volta per bloccare il veto sovietico sul “no” del Consiglio di Sicurezza all’invasione sovietica dell’Ungheria, e un’altra per fermare gli attacchi franco-britannici all’Egitto dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez».

«La risoluzione 377 – prosegue l’appello – dice che, qualora per mancanza di unanimità nel Consiglio di Sicurezza non si possa assicurare il mantenimento della pace internazionale…l’Assemblea Generale può avocare a sé la decisione ed entro 24 ore indicare misure collettive per il «Ancora, dopo l’ennesimo richiamo del Santo Padre pronunciato all’Angelus di Domenica, e davanti alla possibilità di una risoluzione che spacchi il Consiglio di Sicurezza, – conclude l’appello – chiediamo al Presidente Ciampi, al Parlamento e al nostro Governo di farsi promotori di una proposta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite affinché ricorra alla risoluzione 377, in modo da consentire ad ogni singolo Paese di esprimersi, in sede di voto, sulla crisi irachena”.