Italia
POLI DIVISI SULL’APPELLO DEL CAPO DELLO STATO
Nel suo quarto discorso di fine anno (22 minuti a reti unificate) Carlo Azeglio Ciampi ha tenuto in grande evidenza sulla scrivania una copia della Costituzione. «Il mio fine – ha spiegato Ciampi – è di accrescere la fiducia nelle istituzioni, di stimolarne il buon funzionamento; di favorire la distensione tra le forze politiche; di garantire il rispetto della Costituzione sulla quale ho giurato».
Ma l’appello del Capo dello Stato nel discorso di fine anno per un confronto civile tra maggioranza e opposizione trova le forze politiche divise su chi sia il destinatario principale delle sue parole. Per Schifani, capogruppo di Fi a palazzo Madama, l’invito alla reciproca legittimazione «è stato sinora disatteso dall’Ulivo». Per Buttiglione è giusto insistere perché le riforme si facciano con il concorso di tutti, «ma se questo clima non c’è è per colpa dell’aggressione sistematica e personale della sinistra al premier». Invece per il capogruppo ds alla Camera, Violante, «la storia di questi ultimi mesi dimostra chiaramente che a voler delegittimare l’avversario è sempre stata la maggioranza di centrodestra». Per Castagnetti, capogruppo della Margherita alla Camera, è il centrodestra a coltivare progetti di divisione. Maggioranza e opposizione concordano però sulla necessità di completare le riforme necessarie al funzionamento del maggioritario, un altro dei temi sollevati da Ciampi.