Italia

TASSA SULLE ASSOCIAZIONI, LA PROTESTA DELLE ACLI

«Il Governo dica una parola chiara: si impegni a cancellare l’emendamento approvato alla Camera nell’iter della Finanziaria al Senato». Lo chiedono le Acli dopo l’approvazione alla Camera, di un emendamento alla Finanziaria «che mette in discussione la libertà di associazione alterando gravemente la vita associativa».

La norma prevede che la stessa quota che le associazioni e i circoli – attraverso adesioni e tesseramento – versano all’associazione nazionale di riferimento, venga versata anche ai Comuni. «Quindi, invece di promuovere e sostenere l’autofinanziamento delle associazioni – osservano le Acli – si tassano le libere quote associative, e si riporta indietro la storia, con la riproposizione dell’autorizzazione comunale per la somministrazione, da anni superata con la denuncia di inizio attività. Giudichiamo inoltre un abuso il fatto che gli Enti Locali utilizzino risorse raccolte dall’associazionismo non profit per progetti sociali determinati dagli stessi Enti Locali. Perciò: tasse e burocrazia in più per complicare la vita associativa, con evidenti rischi di abusi».

«Ci aspettavamo – prosegue il comunicato delle Acli – un riconoscimento del ruolo sociale delle associazioni, e non una mossa che tende a metterle in scacco. Che questo avvenga all’indomani dell’approvazione della Legge 383 sull’associazionismo, e nel pieno dell’applicazione di questa stessa legge, è un fatto che ci sconcerta profondamente. Chiediamo un intervento immediato e urgente del Governo, perché al Senato questa tassa sulla libertà di associarsi venga cancellata».

«Se si vogliono colpire coloro che fanno, attraverso i Circoli, attività commerciali – osserva ancora l’associazione – basta far applicare il dlg 460 e far funzionare l’Agenzia del Terzo settore recentemente costituita. Vogliamo sperare che l’emendamento sia il frutto dell’iniziativa di singoli deputati e della confusione nella votazione di migliaia di emendamenti».