Italia

IMMIGRAZIONE: P. MIOLI, LA SANATORIA AIUTA LA PACE SOCIALE

La regolarizzazione degli immigrati, “oltre che essere utile per l’economia del Paese, sarà feconda anche per la pace sociale in Italia, perché aiuterà a smorzare le tensioni tra due fronti spesso irriducibili”. Così padre Bruno Mioli, direttore dell’ufficio per la pastorale dei profughi e degli immigrati della Fondazione Migrantes, commenta oggi i dati sulla “sanatoria” attualmente in corso (si parla di 530.000 persone, di cui 350.000 colf e 250.000 lavoratori subordinati), a margine della conferenza stampa di presentazione della Giornata nazionale delle migrazioni che si celebra quest’anno il 17 novembre (le manifestazioni principali si svolgeranno soprattutto in Basilicata).

“Certo nemmeno noi ci aspettavamo cifre così alte, ma è importante saper leggere i numeri – precisa padre Mioli – perché con la regolarizzazione viene sanato un rapporto di lavoro già esistente, che non porterà nessuna disfunzione né toglierà occupazione ad altri”. Per padre Mioli la sanatoria ha anche “un effetto positivo sul governo perché lo riporta alla considerazione più obiettiva che l’immigrazione è una forza vitale che non si può sbarrare per alcuni mesi, altrimenti l’acqua rischia poi di travolgere la diga”, vale a dire che il metodo più adatto è quello di regolamentare i flussi d’ingresso.

Quest’anno, spiega padre Mioli, “con 83.000 nuovi arrivi, anche se in maggioranza stagionali, gli ingressi sono stati nettamente superiori a quelli degli anni precedenti”. La Migrantes dichiara quindi la sua disponibilità a collaborare con il governo nella regolamentazione dei flussi di ingresso e nella stesura delle normative regionali. Secondo Domenico Rosati, già presidente delle Acli, per circa un anno (i tempi per il disbrigo delle formalità necessarie ad accogliere o meno le richieste di regolarizzazione) “ci sarà una situazione di limbo e di incertezza”.

E nel presentare le iniziative della Giornata mons. Luigi Petris, direttore della Fondazione Migrantes, ha invitato di nuovo a “fare attenzione a non accogliere solo gli immigrati che ci servono e a non considerarli gli degli usa e getta”. Il vescovo di Sulmona-Valva mons. Giuseppe Di Falco ha ricordato invece la premura della Chiesa anche “per quel 98% di persone, in maggioranza appartenenti alla comunità cristiana, che rischiano di non avere sempre un atteggiamento coerente di accoglienza nei confronti del restante 2% della popolazione”. Sir