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PARABOLE MEDIATICHE: GIOVANNI PAOLO II, NEL MONDO DEI MEDIA SERVONO REGOLE PIU’ CHIARE

Un appello a tutti gli operatori dei media perché “il moltiplicarsi delle antenne sui tetti, quali strumenti emblematici della comunicazione moderna, non diventi paradossalmente il segno della incapacità di vedere e di udire, ma sia il segno di una comunicazione che cresce a servizio dell’uomo e del progresso integrale di tutta l’umanità”. A lanciarlo è stato oggi il Papa, parlando ai circa 8.000 partecipanti al Convegno promosso in questi giorni a Roma dalla Conferenza episcopale italiana.Giovanni Paolo II ha esortato i presenti a dare vita ad una comunicazione che abbia al suo centro “la dignità della persona, la capacità di aiutare ad affrontare i grandi interrogativi della vita umana, l’impegno a servire con onestà il bene comune, l’attenzione ai problemi della convivenza nella giustizia e nella pace”. “In questo campo – ha aggiunto – servono operai che, con il genio della fede, sappiano farsi interpreti delle odierne istanze culturali, impegnandosi a vivere questa epoca della comunicazione non come tempo di alienazione e di smarrimento, ma come tempo prezioso per la ricerca della verità e per lo sviluppo della comunicazione tra le persone e i popoli”. Coloro che operano nel mondo dei media e fanno cultura – ha aggiunto il Papa – devono avere “un’alta consapevolezza delle proprie responsabilità, soprattutto di fronte ai soggetti più indifesi, che spesso sono esposti, senza alcuna tutela, a programmi pieni di violenza e di visioni distorte dell’uomo, della famiglia e della vita”. Giovanni Paolo II ha poi lanciato un monito: “l’assenza di controllo e di vigilanza – ha detto – non è garanzia di libertà, come molti vogliono far credere, e finisce piuttosto per favorire un uso indiscriminato di strumenti potentissimi che, se usati male, producono effetti devastanti nelle coscienze delle persone e nella vita sociale. In un sistema di comunicazioni sempre più complesso e ad estensione planetaria, servono anche regole chiare e giuste a garanzia del pluralismo, della libertà, della partecipazione e del rispetto degli utenti”. Di fronte a questo “nuovo areopago”, ha detto il Papa, “potremmo sentirci inadeguati e impreparati; non dobbiamo tuttavia scoraggiarci. Sappiamo di non essere soli: ci sostiene una forza incontenibile, che scaturisce dall’incontro con il Signore”. Il Papa ha riconosciuto che “su questa strada la Chiesa che è in Italia ha intrapreso un coraggioso cammino”. Dal Convegno di Palermo che segnò l’avvio di “un’intensa azione pastorale” agli “orientamenti pastorali” proposti dai vescovi italiani per questo decennio. Giovanni Paolo II ha poi definito “pregevoli” le iniziative avviate nell’ambito delle comunicazioni. “Di grande rilievo – ha detto – è il contributo alla lettura originale dei fatti e alla riflessione culturale offerto dal quotidiano Avvenire, impegnato in un’innovativa operazione di rilancio. Non meno significative sono le iniziative di sostegno ai numerosi settimanali cattolici italiani. Nuove possibilità si sono aperte nel campo delle trasmissioni radiotelevisive con la Tv satellitare Sat2000 e il circuito radiofonico, che raccoglie numerose radio locali”. Sir