Più di 34 milioni di mine antipersona, di cui sette milioni solo nell’ultimo anno, sono state distrutte da 61 stati, l’esportazione di mine terrestri antipersona è quasi cessata e il numero di Paesi che le producono è sceso da 55 a 14. Sono questi i principali dati contenuti nel rapporto “Landmine monitor report 2002- Verso un mondo senza mine” presentato oggi a Roma dalla Campagna Internazionale per la Messa al Bando delle Mine (Icbl). Tuttavia, sebbene il numero delle vittime delle mine sia diminuito rispetto al passato e l’uso delle mine antipersona abbia registrato un decremento, il rapporto stima che siano ancora tra le 15 e le 20 mila le vittime di ordigni inesplosi e circa 8 mila i feriti. Dal rapporto risulta che il Trattato per la Messa al Bando delle Mine (Oslo, settembre 1997) e il movimento di messa al bando stanno facendo progressi per l’eliminazione delle mine antipersona: “gli Stati Parte del Trattato per la Messa al Bando delle Mine si legge – sono 125; altri 18 hanno già firmato, ma non hanno ancora ratificato l’accordo. In tutto rappresentano i tre quarti delle nazioni del mondo”. Dal rapporto emergono anche alcune preoccupazioni: tra queste le “massicce operazioni di collocamento di mine lungo il confine comune da parte di India e Pakistan negli ultimi mesi” , ed il mancato aumento “dei finanziamenti per le azioni relative alle mine con 4 milioni di dollari in meno rispetto al 2000” che impediranno a molti Stati parte minati “il completamento dell’opera di bonifica nei dieci anni previsti dal Trattato”. Riguardo l’Italia il Rapporto rileva che “al maggio scorso rimanevano da distruggere ancora 460.000 mine antipersona rispetto ad uno stock originale di 7,1 milioni. L’obiettivo stabilito dalla legge è completare la distruzione entro il 29 ottobre prossimo. L’Italia ha stanziato inoltre nel 2001 5,6 milioni di euro per le azioni antimine, un finanziamento in crescita rispetto a quello del 2000.Sir