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CONGO E UGANDA: È EMERGENZA UMANITARIA PER I CONFLITTI ETNICI

Nonostante il recente accordo di pace con il Ruanda, la guerra continua ad insanguinare la Repubblica democratica del Congo. Dal 1999, infatti, la regione dell’Ituri, nel nord-est del Paese è sconvolta dagli scontri tra i gruppi etnici degli Hema e dei Lendu che hanno fatto migliaia di morti. Dalla diocesi di Bunia, che si trova nella regione, è stato lanciato un appello intitolato “Fermiamo la violenza in tutte le sue forme”, che è stato diffuso dall’agenzia cattolica svizzera Apic/Kipa. Firmatari dell’appello sono i religiosi, i sacerdoti, le suore e lo stesso vicario generale della diocesi, mons. Etienne Ndeykosi Munatanga. Secondo i religiosi di Bunia le potenze straniere che si trovano nella regione alimentano una “pedagogia dell’odio” per provocare un vero e proprio genocidio. La zona è occupata dall’esercito ugandese e dagli alleati che appartengono ad una delle fazioni di ribelli del “Gruppo congolese per la democrazia”. Secondo i firmatari dell’appello, i miliziani e l’esercito stanno portando avanti “un programma di annientamento di tutto il popolo della regione”. ‘obiettivo di questa “pedagogia dell’odio”, secondo i religiosi è lo sfruttamento delle ricchezze materiali della regione a cui mirano le potenze straniere approfittando della situazione di povertà economica del luogo. La presenza di alcune sette religiose, denunciano inoltre i firmatari dell’appello, rappresenta una specie di “droga spirituale” che alimenta l’odio e le lotte fratricide tra le diverse etnie. Intanto, informa l’agenzia missionaria Misna, sta precipitando la situazione umanitaria anche nel Nord dell’Uganda, dove si trovano già mezzo milione di sfollati in fuga dai villaggi per i continui assalti dei ribelli dello “Esercito di resistenza del signore” (Lra).Sir