Italia

IMMIGRATI: MIGRANTES, «IMPRONTE DIGITALI, TROPPO ZELO PER L’ITALIA»

Il provvedimento sulle impronte digitali a tutti gli extracomunitari (compresi i regolari) era “facilmente prevedibile” ma “spiace alle forze sociali e solidarietà” “non tanto perché sia in se stesso catastrofico”, quanto “perché viene affrettatamente deciso in un contesto che, già cupo nei confronti degli immigrati, rischia di diventare ancora più cupo”. E’ il parere di padre Bruno Mioli, direttore dell’ufficio per la pastorale degli immigrati e dei profughi della Fondazione Migrantes, a commento della discussione in atto in questi giorni alla Camera sulla nuova legge sull’immigrazione. Padre Mioli fa notare che l’Unione europea ha introdotto da poco la norma di rilevare le impronte digitali a chi è senza documenti o agli irregolari: “Non è tanto comprensibile – afferma – questo ‘zelo’ dell’Italia di estendere questa misura a tutti i non comunitari, anche a chi da quattro o cinque anni è presente in Italia”. La Fondazione Migrantes è maggiormente preoccupata, però, per l’approvazione di altri emendamenti passati quasi inosservati, “che sembrano piccoli ritocchi ma che faranno sentire le loro pesanti conseguenze”. In particolare l’emendamento sulla programmazione annuale dei flussi “che non è più tassativa ma facoltativa a discrezione del Presidente del Consiglio”, per cui essa non sarà più “basata sulla certezza di una disposizione legislativa ma sulla discrezionalità dell’autorità amministrativa”. E in occasione della odierna riunione, a Roma, dei ministri degli interni dell’Unione europea e dei Paesi candidati per verificare la fattibilità di un progetto di una polizia europea di frontiera, padre Mioli auspica che l’Italia “attraverso la votazione di ieri sera sulle impronte digitali, dia in qualche modo il ‘leit motiv’ ai lavori di oggi, che dovrebbero tenersi a un livello più alto di cultura civile e democratica”. Sir