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Aborto: Casini (Mpv), necessaria “un’azione efficace dello Stato”

In occasione della presentazione nella sala stampa della Camera del VII Rapporto di Mpv al Parlamento sull’applicazione della legge 194 il presidente Carlo Casini ha commentato: "La linea seguita dai tecnici dell’Istituto superiore di sanità è quella di dimostrare che la legge 194 funziona. E la legge funziona se il numero degli aborti diminuisce. Ma, aldilà della fredda ovvietà dei numeri, è proprio così?"

“La relazione ministeriale presentata nelle scorse settimane presenta molti elementi di novità ma per il resto è un deja vu. La linea seguita dai tecnici dell’Istituto superiore di sanità, consolidata da almeno trent’anni, è quella di dimostrare che la legge 194 funziona. E la legge funziona se il numero degli aborti diminuisce. Ma, aldilà della fredda ovvietà dei numeri, è proprio così?”. È la domanda che ha posto oggi il presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini, in occasione della presentazione nella sala stampa della Camera del VII Rapporto di Mpv al Parlamento sull’applicazione della legge 194. “Una diminuzione reale del fenomeno abortivo – ha precisato Casini – è quello che vorremmo tutti, ma riempirci gli occhi di numeri che rappresentano solo in parte la realtà può essere rassicurante, ma è falso”. Infatti, “i tecnici dimenticano o fanno finta di dimenticare alcune questioni. Anzitutto l’introduzione della pillola del giorno dopo che in numero non accertabile (ma comunque ampia vista che ne vengono vendute 380mila confezioni l’anno) provoca la distruzione dell’embrione. Così come la diffusione di farmaci destinati a patologie specifiche che però provocano l’aborto. Diffuse attraverso internet rappresentano la sublimazione dell’aborto fai-da-te. Aborti a tutti gli effetti ma non censiti che se contati aggiungerebbero altre 60-70mila Ivg al totale”.“Poi c’è da tener conto del crollo verticale della popolazione femminile (prima del 1983 nascevano mezzo milione di donne l’anno, ora meno di 250mila). Metà delle donne significa metà delle potenziali madri e metà gravidanze avviate”, ha chiarito il presidente del Mpv. “Ciononostante – ha proseguito Casini – è innegabile una crescita della consapevolezza che l’interruzione di gravidanza coinvolga due soggetti: la mamma e il bambino, entrambi portatori di diritti. Ma è difficile ipotizzare che questa consapevolezza si sia accresciuta ‘grazie’ alla legge. Casomai questo sguardo sul più piccolo ed indifeso degli uomini si è realizzato ‘nonostante’ la legge, e dipende essenzialmente dall’insegnamento incessante della Chiesa e dall’opera del popolo della vita che grazie all’azione dei Centri di aiuto alla vita ha salvato” oltre 10mila bambini nel solo 2011. “E invece un’azione efficace dello Stato sarebbe importantissima per i suoi effetti immediati, ma anche per far crescere in democrazia ed umanità l’intera società” ha sostenuto Casini. “Per questo – ha concluso – rilanciamo la proposta di modifica dell’art. 1 cc definendo che i diritti si acquisiscono al momento del concepimento e non alla nascita ed al tempo stesso la riforma del sistema consultoriale per trasformare i consultori in strutture che si pongano al fianco della donna per rimuovere le cause dell’aborto”.