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Papa Francesco: messaggio Giornata missionaria, «no a fede ideologizzata»

«In un mondo confuso da tante illusioni, ferito da grandi frustrazioni e lacerato da numerose guerre fratricide che ingiustamente colpiscono specialmente gli innocenti», scrive Francesco, occorre ricordare che «la missione della Chiesa, destinata a tutti gli uomini di buona volontà, è fondata sul potere trasformante del Vangelo. Il Vangelo è una Buona Notizia che porta in sé una gioia contagiosa perché contiene e offre una vita nuova: quella di Cristo risorto, il quale, comunicando il suo Spirito vivificante, diventa Via, Verità e Vita per noi. È Via che ci invita a seguirlo con fiducia e coraggio». «La gloria di Dio è l’uomo vivente», afferma il Papa citando sant’Ireneo: «In questo modo, l’annuncio del Vangelo diventa parola viva ed efficace che attua ciò che proclama, cioè Gesù Cristo, il quale continuamente si fa carne in ogni situazione umana».

«La missione della Chiesa non è la diffusione di una ideologia religiosa e nemmeno la proposta di un’etica sublime», precisa il Papa, nel messaggio. «Molti movimenti nel mondo sanno produrre ideali elevati o espressioni etiche notevoli», riconosce Francesco: «Mediante la missione della Chiesa, è Gesù Cristo che continua ad evangelizzare e agire, e perciò essa rappresenta il kairos, il tempo propizio della salvezza nella storia. Mediante la proclamazione del Vangelo, Gesù diventa sempre nuovamente nostro contemporaneo, affinché chi lo accoglie con fede e amore sperimenti la forza trasformatrice del suo Spirito di Risorto che feconda l’umano e il creato come fa la pioggia con la terra». «La sua risurrezione non è una cosa del passato», scrive Francesco citando l’Evangelii gaudium: «Contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo». «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva», la citazione di Benedetto XVI: «Il Vangelo è una Persona, la quale continuamente si offre e continuamente invita chi la accoglie con fede umile e operosa a condividere la sua vita attraverso una partecipazione effettiva al suo mistero pasquale di morte e risurrezione».

«Il mondo ha essenzialmente bisogno del Vangelo di Gesù Cristo», che «attraverso la Chiesa, continua la sua missione di Buon Samaritano, curando le ferite sanguinanti dell’umanità, e di Buon Pastore, cercando senza sosta chi si è smarrito per sentieri contorti e senza meta». Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale menziona «esperienze significative che testimoniano la forza trasformatrice del Vangelo». «Penso al gesto di quello studente Dinka che, a costo della propria vita, protegge uno studente della tribù Nuer destinato ad essere ucciso», il primo esempio scelto da Francesco: «Penso a quella celebrazione eucaristica a Kitgum, nel Nord Uganda, allora insanguinato dalla ferocia di un gruppo di ribelli, quando un missionario fece ripetere alla gente le parole di Gesù sulla croce: ‘Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?’, come espressione del grido disperato dei fratelli e delle sorelle del Signore crocifisso». «Quella celebrazione fu per la gente fonte di grande consolazione e tanto coraggio», il commento del Papa, che cita anche le «tante, innumerevoli testimonianze di come il Vangelo aiuta a superare le chiusure, i conflitti, il razzismo, il tribalismo, promuovendo dovunque e tra tutti la riconciliazione, la fraternità e la condivisione». «La missione della Chiesa stimola un atteggiamento di continuo pellegrinaggio attraverso i vari deserti della vita, attraverso le varie esperienze di fame e sete di verità e di giustizia», scrive il Papa: «La missione della Chiesa ispira una esperienza di continuo esilio, per fare sentire all’uomo assetato di infinito la sua condizione di esule in cammino verso la patria finale, proteso tra il ‘già’ e il ‘non ancora’ del Regno dei Cieli». «Una Chiesa autoreferenziale, che si compiace di successi terreni, non è la Chiesa di Cristo», ammonisce il Papa spiegando «perché dobbiamo preferire una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze».

«I giovani sono la speranza della missione», scrive ancora il Papa, nella parte finale del messaggio, in cui afferma: «La persona di Gesù e la Buona Notizia da Lui proclamata continuano ad affascinare molti giovani. Essi cercano percorsi in cui realizzare il coraggio e gli slanci del cuore a servizio dell’umanità». «Sono molti i giovani che offrono il loro aiuto solidale di fronte ai mali del mondo e intraprendono varie forme di militanza e di volontariato», la constatazione di Francesco: «Che bello che i giovani siano ‘viandanti della fede’, felici di portare Gesù in ogni strada, in ogni piazza, in ogni angolo della terra!». La prossima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si celebrerà nel 2018, sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», per il Papa «si presenta come occasione provvidenziale per coinvolgere i giovani nella comune responsabilità missionaria che ha bisogno della loro ricca immaginazione e creatività». Le Pontificie Opere Missionarie, conclude Francesco, «sono strumento prezioso per suscitare in ogni comunità cristiana il desiderio di uscire dai propri confini e dalle proprie sicurezze e prendere il largo per annunciare il Vangelo a tutti. Attraverso una profonda spiritualità missionaria da vivere quotidianamente, un impegno costante di formazione e animazione missionaria, ragazzi, giovani, adulti, famiglie, sacerdoti, religiosi e religiose, vescovi sono coinvolti perché cresca in ciascuno un cuore missionario». La Giornata missionaria mondiale, promossa dall’Opera della propagazione della fede, «è l’occasione propizia perché il cuore missionario delle comunità cristiane partecipi con la preghiera, con la testimonianza della vita e con la comunione dei beni per rispondere alle gravi e vaste necessità dell’evangelizzazione».

Testo integrale del messaggio