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Gmg, incontro con i volontari
Carissimi volontari, buonasera!
Non potevo ritornare a Roma senza aver prima ringraziato in modo personale e affettuoso ciascuno di voi per il lavoro e la dedizione con cui avete accompagnato, aiutato, servito le migliaia di giovani pellegrini; per i tanti piccoli gesti che hanno reso questa Giornata Mondiale della Gioventù un’esperienza indimenticabile di fede. Con i sorrisi di ognuno di voi, con la gentilezza, con la disponibilità al servizio, avete provato che «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35).
Il servizio che avete svolto in questi giorni mi ha richiamato alla mente la missione di san Giovanni Battista, che ha preparato il cammino a Gesù. Ognuno, a proprio modo, è stato uno strumento affinché migliaia di giovani avessero “preparata la strada” per incontrare Gesù. E questo è il servizio più bello che possiamo compiere come discepoli missionari. Preparare la strada perché tutti possano conoscere, incontrare e amare il Signore. A voi che in questo periodo avete risposto con tanta prontezza e generosità alla chiamata per essere volontari nella Giornata Mondiale della Gioventù, vorrei dire: siate sempre generosi con Dio e con gli altri: non si perde nulla, anzi è grande la ricchezza di vita che si riceve!
Dio chiama a scelte definitive, ha un progetto su ciascuno: scoprirlo, rispondere alla propria vocazione è camminare verso la realizzazione felice di se stessi. Dio ci chiama tutti alla santità, a vivere la sua vita, ma ha una strada per ognuno. Alcuni sono chiamati a santificarsi costituendo una famiglia mediante il Sacramento del matrimonio. C’è chi dice che oggi il matrimonio è “fuori moda”. E’ fuori moda? [No…]. Nella cultura del provvisorio, del relativo, molti predicano che l’importante è “godere” il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive, “per sempre”, perché non si sa cosa riserva il domani. Io, invece, vi chiedo di essere rivoluzionari, vi chiedo di andare contro corrente; sì, in questo vi chiedo di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che, in fondo, crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità, crede che voi non siate capaci di amare veramente. Io ho fiducia in voi giovani e prego per voi. Abbiate il coraggio di “andare contro corrente”. E abbiate anche il coraggio di essere felici.
Il Signore chiama alcuni al sacerdozio, a donarsi a Lui in modo più totale, per amare tutti con il cuore del Buon Pastore. Altri li chiama a servire gli altri nella vita religiosa: nei monasteri dedicandosi alla preghiera per il bene del mondo, nei vari settori dell’apostolato, spendendosi per tutti, specialmente per i più bisognosi. Io non dimenticherò mai quel 21 settembre – avevo 17 anni – quando, dopo essermi fermato nella chiesa diSan José de Floresper confessarmi, ho sentito per la prima volta che Dio mi chiamava. Non abbiate paura di quello che Dio vi chiede! Vale la pena di dire “sì” a Dio. In Lui c’è la gioia!
Cari giovani, qualcuno forse non ha ancora chiaro che cosa fare della sua vita. Chiedetelo al Signore, Lui vi farà capire la strada. Come fece il giovane Samuele che sentì dentro di sé la voce insistente del Signore che lo chiamava, ma non capiva, non sapeva cosa dire e, con l’aiuto del sacerdote Eli, alla fine rispose a quella voce: Signore, parla perché io ti ascolto (cfr1 Sam3,1-10). Chiedete anche voi al Signore: Che cosa vuoi che io faccia, che strada devo seguire?
Cari amici, vi ringrazio ancora una volta quello che avete fatto in questi giorni. Ringrazio i gruppi parrocchiali, i movimenti e le nuove comunità che hanno messo i loro aderenti a servizio di questa Giornata. Grazie! Non dimenticate tutto quello che avete vissuto qui! Potete sempre contare su le mie preghiere e so di poter contare sulle vostre preghiere. Un’ultima cosa: pregate per me.