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Statuto, il controricorso della Regione

di Simone PitossiLa Giunta regionale è convinta del lavoro svolto sullo Statuto regionale. La dimostrazione? Il controricorso che la Regione ha depositato mercoledì scorso dopo le eccezioni sollevate dal Governo con un proprio ricorso presso la Corte Costituzionale. È stato il presidente Claudio Martini ad annunciare l’iniziativa. «Il professor Stefano Grassi, a nome della giunta regionale, – ha detto il presidente – ha depositato il controricorso all’impugnativa del Governo sullo Statuto, con tutte le argomentazioni a sostegno della nostra tesi. Fra queste ci sono anche delle chiarissime sentenze della Corte costituzionale. Pensiamo di essere noi vicini alla Costituzione».

Tra le questioni da sciogliere contenute nel testo toscano, vi sono quelle relative al riconoscimento delle coppie di fatto, alla tutela dei beni culturali e all’estensione del voto agli immigrati. Il costituzionalista Stefano Grassi, dell’Università di Firenze, entra nello specifico. «L’approvazione del nuovo Statuto della Toscana – spiega – ha costituito un grande evento istituzionale, da conoscere e da apprezzare. È particolarmente importante la prima norma in cui si afferma che “la Regione Toscana rappresenta la comunità regionale ed esercita e valorizza la propria autonomia costituzionale nell’unità ed indivisibilità della Repubblica Italiana, sorta dalla Resistenza e nel quadro dei principi di adesione e sostegno all’Unione Europea”. In sostanza si dà un chiaro segno di continuità con quelle tradizioni e si indica nella Costituzione il punto di riferimento, in una fase istituzionale caratterizzata da incertezze ed attacchi alla nostra Costituzione».

Il problema, a questo punto, sono i tempi. Per arrivare ad avere il nuovo Statuto prima della fine della legislatura e quindi prima delle prossime elezioni – aprile 2005 – molto si gioca sui tempi della sentenza della Consulta e sulle procedure tecnico–giuridiche anche perché non esistono precedenti. Per questo, i capigruppi del Consiglio regionale si sono espressi a favore del mantenimento della Commissione Statuto (presieduta da Piero Pizzi) e di quella speciale per le Elezioni (presieduta da Agostino Fragai).

I passaggi presso la Corte Costituzionale devono, inoltre, tenere conto dell’iter istruttorio per giungere a sentenza. Nel caso dello Statuto della Calabria tra ricorso governativo e sentenza sono passati 5 mesi. La Consulta tornerà a riunirsi il 13 settembre per eleggere il suo nuovo presidente. Dopo ci sarà l’assegnazione ad un relatore per l’esame del ricorso contro la Toscana. Entro 60 giorni da quella data dovrà essere fissata la l’udienza pubblica tra le parti, poi si terrà la Camera di Consiglio per esaminare i documenti. Infine arriverà la sentenza.

«Ormai aspettiamo la sentenza della Corte – spiega Piero Pizzi –: la speranza è che tutto questo avvenga in tempi brevi per poter chiudere la legislatura con il testo definitivo dello Statuto. Il ricorso del Governo fa parte del “gioco” istituzionale, non va drammatizzato. Anzi, può essere l’occasione per riflettere e verificare la coerenza del nostro testo con la Costituzione su alcuni temi quali quello delle convivenze e del voto agli immigrati. Comuque – conclude il presidente della Commissione Statuto – rimane il buon lavoro svolto in spirito costituente dal Consiglio regionale».

Collegata allo Statuto c’è anche la questione della nuova legge elettorale – frutto dell’accordo tra Ds, Forza Italia e An – che ha abolito il voto di preferenza ed ha aumentato il numero dei consiglieri, da 50 a 65. In agosto, all’indomani del ricorso del Governo, c’era stato il tentativo – da parte delle forze trasversali che hanno sostenuto l’operazione – di sganciare la legge dallo Statuto. Tentativo sfumato anche perché l’aumento dei consiglieri è previsto nello Statuto e da questo non può essere slegato.

Il testo integrale dello Statuto toscano (formato .pdf)