Il testo integrale (in italiano e inglese) del documento conclusivo approvato all’unanimità dai partecipanti al Campo internazionale organizzato dall’Opera per la gioventù Giorgio La Pira, al Villaggio La Vela (Castiglion della Pesciaia – Grosseto) dal 6 al 15 agosto 2005 e al quale hanno preso parte giovani italiani, isareliani, palestinesi e russi.Campo internazionale 2005 Documento conclusivoNoi giovani italiani, israeliani, palestinesi e russi, che abbiamo partecipato al Campo Internazionale promosso dall’Opera per la gioventù Giorgio La Pira dal 6 al 15 agosto 2005, al Villaggio La Vela di Castiglion della Pescaia (Gr), sul tema Riconciliazione fra gli uomini, riconciliazione fra i popoli, al termine della nostra esperienza vogliamo esprimere la nostra gratitudine per la possibilità che ci è stata data di incontrarci e di vivere insieme da fratelli. In questi giorni abbiamo scoperto con gioia che è possibile conoscersi reciprocamente, riconoscendo le diverse identità ed imparando ad accettarle. Vivere insieme ci ha aiutato a superare incomprensioni e diffidenze e ad aprirci alla fiducia reciproca e a scoprire la ricchezza che è nell’altro. Dobbiamo sentire l’appartenenza all’unico genere umano, pur rimanendo fedeli alle nostre culture e alle nostre tradizioni. Abbiamo preso coscienza che per un’autentica riconciliazione, sia tra uomini che tra popoli, non ci è chiesto di dimenticare i torti subiti, ma di perdonarli. Far crescere una cultura del perdono è indispensabile per superare le situazioni di conflitto, spingendo anche le autorità politiche a gesti coraggiosi di pace e di riconciliazione. Abbiamo sperimentato che l’appartenenza a fedi diverse non è la causa dei conflitti, perché ciascuna fede crede in un Dio di pace e proclama l’eguale dignità di ogni essere umano. Per questo le autorità religiose devono riaffermare con forza e chiarezza che nessuno può uccidere in nome di Dio. Chi strumentalizza le religioni per giustificare atti di violenza non è un autentico credente. Al contrario la ricerca dell’essenza della fede è di per sé uno strumento di riconciliazione. Questa esperienza che abbiamo fatto alla Vela deve continuare nei nostri ambienti di vita. Vogliamo comunicare agli altri che è possibile comprendere e farsi comprendere, aver fiducia reciproca e saper perdonare, promuovendo processi di riconciliazione. International Camp 2005We Italian, Israel, Palestinian and Russian young people, who have participated in the International Camp promoted by the Opera per la Gioventù Giorgio La Pira from 6th to 15th August 2005, at the Village La Vela in Castiglion della Pescaia (Gr), on the theme “Reconciliation among the humans, reconciliation among nations”, at the end of our experience, we want to express our gratefulness for the possibility which has been given to us to meet each other and live together as community. During these days we have found out with joy that reciprocally knowing is possible, recognizing the various identities and learning to accept them. Living together helped us to overpass incomprehensions and warinesses and open us to the reciprocal confidence to find out the richness which is in the other. We must feel the membership to the universal human kind, remaining faithful to our cultures and our traditions. We have taken conscience that for an authentic reconciliation, among humans and among nations, one is not asked to forget the undergone wrongs, but to forgive who made them. Promoving a culture of the forgiveness is indispensable to overpass the conflict situations, pushing also the political authorities to encourage peace and reconciliation gestures. We have discovered that the membership to various faiths is not the cause of the conflicts, because each faith believes in a God of peace and proclaims the equal dignity of every human being. For this, the religious authorities should reaffirm with strength and clearness that no one can kill in the name of God. Those who exploit their religion to justify violent acts are not authentic believers. The search of the essence of the faith is, on the contrary, for itself a reconciliation tool. This experience that we have undergone here must continue in our daily life. We want to communicate with the others as much is possible, to understand and to make the others understand us, to trust reciprocally and to be able to forgive, promoting processes of reconciliation.