Cet Notizie
Il documento finale dell’incontro «Todi 2»
«Un anno fa le nostre organizzazioni si ritrovarono, in questo luogo e in questi stessi giorni, per affermare la loro disponibilità a impegnarsi al servizio del Paese, in un momento di gravissima crisi morale, politica ed economica, chiedendo al contempo l’apertura di un nuova fase politica in forte discontinuità con la precedente». Inizia così il documento finale letto da Andrea Olivero, presidente delle Acli, all’incontro di Todi, promosso dalle organizzazioni promotrici del Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro per «un rilancio della buona politica» (20-21 ottobre 2012).
Far sentire la propria voce. «Dopo di allora – si legge nel documento – si è aperta l’esperienza del governo Monti, cui va l’indubbio merito di aver ridato dignità alle istituzioni, garantito una forte ripresa di credibilità del Paese a livello europeo e internazionale – divenendo una risorsa per la costruzione dell’Europa politica -, superato l’asfittico sistema bipolare, causa di contrapposizioni durissime e insieme d’immobilismo politico». Per il Forum, «le forze politiche, chiamate a mostrare senso di responsabilità e insieme a riorganizzare la loro offerta politica, hanno purtroppo solo parzialmente risposto alle attese. Tanti, troppi sono gli elementi che testimoniano la loro persistente incapacità di procedere a un autonomo rinnovamento di culture, modelli organizzativi, gruppi dirigenti. La grave crisi morale e insieme la costante erosione di consensi rende quindi oggi necessario un percorso che consenta, entro i prossimi appuntamenti elettorali, di generare proposte nuove tanto nel contenitore quanto nei contenuti». Di qui la scelta: «Noi, soggetti della società civile ed espressione di un’ampia parte del mondo cattolico italiano, ci sentiamo responsabili di far sentire la nostra voce e dare il nostro apporto, nei termini e nei modi che sono propri a ciascuna organizzazione».
Ruolo da protagonista. Ma in che modo si coniugherà l’impegno? «In primo luogo – si legge nel documento – ci impegniamo affinché la stagione inauguratasi con il governo Monti non si esaurisca e non si ritorni alla drammatica situazione precedente. È indubbio che è oggi necessario operare per dare al prossimo governo una maggioranza autenticamente politica, fondata su un programma condiviso e coerente». Questo va fatto «assicurando la continuità con quanto di positivo è stato fatto in quest’ultimo anno, garantendo la prosecuzione delle politiche di risanamento del Paese e, al contempo, integrando gli obiettivi iniziali con quelli della crescita, dell’occupazione, di un nuovo welfare, di una ritrovata equità e di pieno ripristino dei valori costituzionali». Per il Forum, «non è più rinviabile l’avvio di riforme istituzionali e strutturali che dovranno ridurre i costi della politica, riordinare e semplificare l’assetto dello Stato, renderlo più moderno, coeso, orientato ai principi di sussidiarietà e solidarietà. Nel contesto europeo, l’Italia dovrà esercitare un ruolo da protagonista nella prospettiva irrinunciabile di unificazione politica».
Più sussidiarietà. «Siamo convinti che l’Italia – precisa il documento – possa superare le difficoltà in cui oggi si trova mettendo a frutto le grandi risorse d’intelligenza, responsabilità e dedizione di molti suoi cittadini». Per questo «deve essere assolutamente sciolto il nodo della legge elettorale restituendo il potere di scelta ai cittadini. Vogliamo un Paese nel quale la sussidiarietà non sia solo un valore enunciato ma una prassi diffusa, la collaborazione tra lavoratori e imprese sia la chiave dell’innovazione del mondo del lavoro, la partecipazione il cuore della prassi democratica». Per uscire dall’«attuale gravissima crisi economica», occorre «ridare centralità al lavoro, facendo in modo che nuova imprenditorialità e diffusa responsabilità sociale creino i presupposti per un autentico sviluppo, economico e insieme umano. In questa prospettiva crediamo si debba realizzare un patto fiscale tra lavoro, imprese e famiglie e concentrare gli sforzi per favorire politiche per l’occupazione giovanile».
I valori più cari. Non solo: «Ci impegniamo a portare i valori che ci sono più cari – la tutela e promozione della vita, a partire da quella più fragile e indifesa, la famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla generatività, la libertà di educazione – in ogni contesto pubblico, come proposte, laicamente fondate, volte al benessere personale e sociale e alla garanzia dei diritti inalienabili di ogni persona». E ancora: «Ci impegniamo a creare le condizioni di educazione, partecipazione e controllo democratico perché onestà, rigore morale e sobrietà diventino caratteri distintivi di quanti operano a servizio della collettività, a partire da noi stessi. La politica deve rappresentare un luogo di passione e di impegno civile da proporre a tutti, ed in particolare ai giovani». In questa direzione «le nostre organizzazioni continueranno ad operare, con ancor maggiore determinazione, alla formazione di ‘una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile’, secondo l’accorato appello di papa Benedetto più volte rinnovatoci dai nostri vescovi».