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Le nove volte (più una) in Toscana
Il primo incontro con i toscani avvenne appunto a Siena il 14 settembre 1980 . Il Papa, che fu accolto dal vescovo Mario Ismaele Castellano, ricordò una sua precedente visita da giovane prete alla città di Santa Caterina nel 1947: «Non avrei mai immaginato di tornare 33 anni dopo…».
Il 19 marzo 1982, nella festa di San Giuseppe patrono dei lavoratori, Giovanni Paolo II si recò a Livorno , accolto da monsignor Alberto Ablondi. Dopo un incontro con i lavoratori a Rosignano Solvay (in cui ricordò il suo lavoro di cavatore, proprio per la Solvay, durante la guerra), il Papa salì a Montenero per rendere omaggio alla Madonna.
Il 21 maggio 1989 fu la volta di Grosseto, primo Papa a recarsi in Maremma dopo 856 anni. «Impegnatevi nel lavoro di una nuova evangelizzazione» fu il richiamo che il Pontefice consegnò alla diocesi allora retta da monsignor Adelmo Tacconi, scomparso di recente. Nell’occasione Giovanni Paolo II si recò anche a Nomadelfia, la cittadella fondata da don Zeno Saltini.
Il Papa, a breve, tornò in Toscana il 22, 23 e 24 settembre 1989 per un’intensa «tre giorni» in cui visitò Pisa, Cecina, Volterra e Lucca. A Pisa, accolto da monsignor Alessandro Plotti, Giovanni Paolo II ricordò la figura di Galileo Galilei «la cui opera scientifica, improvvidamente ostacolata agli inizi, è ora da tutti riconosciuta come una tappa essenziale nel cammino della conoscenza della natura».
Dopo una visita ai malati della casa «Cardinale Maffi» di Cecina il Papa si fermò a Volterra dove fu accolto da monsignor Vasco Giuseppe Bertelli e visitò, presentandosi come «fratello tra i fratelli», i detenuti del carcere volterrano e gli ex tossicodipendenti del Centro di solidarietà.
Pochi mesi dopo, il 17 settembre 1993, Giovanni Paolo II salì alla Verna («Veniamo a te, o Francesco, in questo luogo che ti fu caro per confermarci ancora una volta nella convinzione che l’Amore è più grande di ogni forza negativa») e a Camaldoli, dove ringraziò la comunità monastica «che coltiva umilmente e pazientemente accettando i tempi di Dio il dialogo ecumenico e il dialogo interreligioso».