Cet Notizie
Messaggio per la Giornata mondiale per le vocazioni 2004
2 MAGGIO 2003 – IV DOMENICA DI PASQUA
1. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe (Lc 10,2).
Da queste parole di Gesù indirizzate agli Apostoli emerge la premura che il Buon Pastore sempre manifesta per le sue pecore. Tutto Egli compie perché esse abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10,10). Dopo la sua resurrezione il Signore affiderà ai discepoli la responsabilità di proseguire la sua stessa missione, perché il Vangelo sia annunziato agli uomini di ogni tempo. E tanti sono coloro che con generosità hanno risposto e continuano a rispondere al suo costante invito: Seguimi! (Gv 21,22). Sono uomini e donne che accettano di porre l’esistenza a totale servizio del suo Regno.
In occasione della prossima 41ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, tradizionalmente fissata per la IV domenica di Pasqua, tutti i fedeli si uniranno in una fervente preghiera per le vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e al servizio missionario. E’ infatti primo nostro dovere pregare il Padrone della messe per quanti già seguono più da vicino Cristo nella vita sacerdotale e religiosa, e per coloro che Egli, nella sua misericordia, non cessa di chiamare per tali importanti mansioni ecclesiali.
2. Preghiamo per le vocazioni!
Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho osservato come si registri oggi, nel mondo, nonostante gli ampi processi di secolarizzazione, una diffusa esigenza di spiritualità, che in gran parte si esprime proprio in un rinnovato bisogno di preghiera (n. 33). In questo bisogno di preghiera si inserisce la nostra corale richiesta al Signore perché mandi operai per la sua messe.
Con gioia constato che in molte Chiese particolari si formano cenacoli di preghiera per le vocazioni. Nei Seminari maggiori e nelle Case di formazione degli Istituti religiosi e missionari si tengono incontri a questo scopo. Numerose famiglie diventano piccoli cenacoli di preghiera, aiutando i giovani a rispondere con coraggio e generosità alla chiamata del divin Maestro.
Sì! La vocazione al servizio esclusivo di Cristo nella sua Chiesa è dono inestimabile della bontà divina, dono da implorare con insistenza e confidente umiltà. Ad esso il cristiano sempre più deve aprirsi, vigilando per non sprecare il tempo della grazia e il tempo della visita (cfr Lc 19,44).
Riveste particolare valore la preghiera legata al sacrificio e alla sofferenza. La sofferenza, vissuta come compimento di ciò che manca nella propria carne ai patimenti di Cristo, a favore del suo Corpo che è la Chiesa (Col 1,24), diventa una forma di intercessione quanto mai efficace. Tanti ammalati in ogni parte del mondo uniscono le loro pene alla croce di Gesù, per implorare sante vocazioni! Essi accompagnano spiritualmente anche me nel ministero petrino che Iddio mi ha affidato, e rendono alla causa del Vangelo un contributo inestimabile, anche se spesso del tutto nascosto.
3. Preghiamo per i chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata!
Auspico di cuore che si intensifichi sempre più la preghiera per le vocazioni. Preghiera che sia adorazione del mistero di Dio e ringraziamento per le grandi cose che Egli ha compiuto e non cessa di realizzare, nonostante la debolezza degli uomini. Preghiera contemplativa, pervasa di stupore e di gratitudine per il dono delle vocazioni.
Al centro di tutte le iniziative di preghiera sta l’Eucaristia. Il sacramento dell’Altare riveste un valore decisivo per la nascita delle vocazioni e per la loro perseveranza, perché dal sacrificio redentore di Cristo i chiamati possono attingere la forza per dedicarsi totalmente all’annuncio del Vangelo. Alla Celebrazione eucaristica è bene che si unisca l’adorazione del Santissimo Sacramento, prolungando così, in un certo modo, il mistero della Santa Messa. Contemplare Cristo, presente realmente e sostanzialmente sotto le specie del pane e del vino, può suscitare nel cuore di chi è chiamato al sacerdozio o a una particolare missione nella Chiesa lo stesso entusiasmo che indusse Pietro sul monte della Trasfigurazione ad esclamare: Signore, è bello per noi restare qui (Mt 17,4; cfr Mc 9,5; Lc 9,33). Questo è un modo privilegiato di contemplare il volto di Cristo con Maria e alla scuola di Maria, che per il suo atteggiamento interiore ben può qualificarsi donna eucaristica’ (Lett. enc. Ecclesia de Eucharistia, 53).
Possano tutte le comunità cristiane diventare autentiche scuole di preghiera, dove si prega perché non manchino operai nel vasto campo di lavoro apostolico. E’ poi necessario che la Chiesa accompagni con costante premura spirituale quelli che Dio ha già chiamato, e che seguono l’Agnello dovunque va (Ap 14,4). Mi riferisco ai sacerdoti, alle religiose e ai religiosi, agli eremiti, alle vergini consacrate, ai membri degli Istituti secolari, insomma, a tutti quelli che hanno ricevuto il dono della vocazione e portano questo tesoro in vasi di creta (2 Cor 4,7). Nel Corpo mistico di Cristo esiste una grande varietà di ministeri e carismi (cfr 1 Cor 12,12), finalizzati tutti alla santificazione del popolo cristiano. Nella vicendevole premura per la santità, che deve animare ogni membro della Chiesa, è indispensabile pregare perché i chiamati rimangano fedeli alla loro vocazione e raggiungano la più alta misura possibile di perfezione evangelica.
4. La preghiera dei chiamati
Nell’Esortazione apostolica post-sinodale Pastores dabo vobis ho sottolineato che un’esigenza insopprimibile della carità pastorale verso la propria Chiesa particolare e il suo domani ministeriale è la sollecitudine che il sacerdote deve avere di trovare, per così dire, qualcuno che lo sostituisca nel sacerdozio (n. 74). Sapendo che Iddio chiama quelli che vuole (cfr Mc 3,13), deve pertanto essere cura di ogni ministro di Cristo pregare con perseveranza per le vocazioni. Nessuno meglio di lui è in grado di comprendere l’urgenza di un ricambio generazionale che assicuri persone generose e sante per l’annuncio del Vangelo e l’amministrazione dei Sacramenti.
Proprio in questa prospettiva, è quanto mai necessaria l’adesione spirituale al Signore e alla propria vocazione e missione (Vita consecrata, n. 63). Dalla santità dei chiamati dipende la forza della loro testimonianza, capace di coinvolgere altre persone spingendole ad affidare la propria vita a Cristo. E’ questa la maniera di contrastare il calo delle vocazioni alla vita consacrata, che minaccia l’esistenza di molte opere apostoliche soprattutto nei Paesi di missione.
Inoltre, la preghiera dei chiamati, sacerdoti e persone consacrate, riveste uno speciale valore, perché si inserisce nella preghiera sacerdotale di Cristo. Egli in loro prega il Padre perché santifichi e mantenga nel suo amore quelli che, pur essendo in questo mondo, ad esso non appartengono (cfr Gv 17,14-16).
Lo Spirito Santo renda la Chiesa intera un popolo di oranti, che elevano la loro voce al Padre celeste per implorare sante vocazioni per il sacerdozio e la vita consacrata. Preghiamo perché quelli che il Signore ha scelto e chiamato siano fedeli e gioiosi testimoni del Vangelo, al quale hanno consacrato l’esistenza.
5. A Te, Signore, con fiducia ci rivolgiamo!
Gesù, unico Salvatore dell’uomo!
Dal Vaticano, 23 Novembre 2003
GIOVANNI PAOLO II